Re: [OT?] Ma quanto parlano di Ubuntu!
Il giorno gio, 17/05/2007 alle 09.34 +0200, Pietro Giorgianni ha
scritto:
>
> non so se parli per esperienza personale, nel qual caso ok, grazie per
> l'informazione, ma in generale io ho sempre letto e sentito che, quando
> ti si incasina tutto, la grossa azienda tira fuori il contratto e una
> grossa lente di ingrandimento e ti fa vedere che la lineetta
> tratteggiata in fondo era in realtà una clausola piccola piccola che
> esclude proprio il tipo di problema che è capitato a te...
>
> è sicuramente l'approccio standard di microsoft, e di moltissime altre,
> di fare di tutto (ma letteralmente di tutto) pur di non risarcire mai
> nessuno; l'assistenza immediata in genere è parziale, cioè, se il tizio
> riesce a risolvere il problema in cinque minuti, bene; altrimenti, si
> passa a un tipo di manutenzione/assistenza "straordinaria" a pagamento,
> praticamente sempre.
>
mmmm no, non è l'approccio standard di microsoft. se sottoscrivi un
contratto business e hai un problema di business down, grazie al
programma "follow the sun" un tecnico microsoft in qualsiasi parte del
mondo è a tua disposizione per aiutarti a risolvere il problema. se il
tecnico da solo non ce la fa, si mette in contatto con una rete di
tecnici/programmatori che possono arrivare anche a scrivere una patch
direttamente per te (non pubblica ovviamente).
oracle fa lo stesso, ibm fa lo stesso e redhat piu' o meno fa lo stesso
(naturalmente tutto a pagamento).
è normale che un'azienda preferisca affidarsi a questo tipo di supporto.
IMHO.
lo so che siamo tutti smanettoni e che andiamo a spulciare qualsiasi
cosa, ma se capita un bug grave che non si è presentato a nessun'altro
che faccio? perdo 200 capelli per cercare di capire e poi altri 600 per
cercare di risolvere e poi altri 20000 per spiegare al cda che debian è
figa perchè è open e sicura e che i bug possono succedere anche se ci
fanno perdere 1000 euro all'ora?
per quanto possa amare debian, per quanto io l'abbia usata (e la stia
usando ora), supportata e diffusa credo sia arrivata al capolinea.
--
Donato Pasqualicchio <natas@natas.us>
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