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Re: [OT] Una ferale notizia?



Il 28 agosto 2014 10:33, Gian Uberto Lauri <saint@eng.it> ha scritto:
> franchi@modula.net writes:
>  > "Vi sembra una gran bella trovata mettere a disposizione di un ipotetico
>  > nemico i sorgenti GNU di un software di lancio e navigazione di un
>  > missile, software finanziato con le vostre tasse e difficilmente
>  > deviabile in quanto ben debuggato - e gratuitamente - dalla comunità
>  > open source di cui facciamo parte?
>
> C'era una volta una agenzia spaziale europea a caso, questa agenzia
> spaziale europea a caso aveva un vettore funzionante chiamato Arianne
> IV.
>
> Arrivò la decisione dei dirigenti di creare un nuovo e più potente
> vettore, Arianne V. Vennero i responsabili della preparazione del
> codice di controllo navigazione (non dico la nazione, ma la so) e
> affermarono "possiamo risparmiare varie decine di migliaia di euro (su
> svariati milioni!) utilizzando direttamente il software di controllo
> di Arianne IV su Arianne V". Applausi e approvazione.
>
> Arriva il giorno del lancio. Il computer di bordo si inizializza e
> dice "bene, sono ad altezza tale (diciamo 10 m slm) e velocità
> 0". Peccato per il computer di navigazione che Arianne V - confrontato
> ad Arianne IV - sia un dragster e quando il nostro computer di
> controllo "fa quella affermazione" il missile sia già in volo e corra
> come un razzo.
>
[...]
> Morale: anche se ti rubano il programma di controllo non è detto che
> siano in grado di debuggarlo.

Il fatto che sia libero o meno, non influisce in alcun modo sul fatto
che sia fatto bene il software in se', ne che l'ingegnerizzazione
dell'intero sistema (di cui questo software è parte) sia fatta bene,
tantomeno che chi le implementa effettui tutti i test e le previsioni
del caso possibili ed immaginabili. Decisioni "discutibili" (per non
dire stupide) come quella descritta, dove il disco costa quindi se ne
fa a meno (come se perdere i dati fosse più economico), vengono prese
alla stessa maniera, sia con software libero, sia con software
proprietario.

> Secondo errore: pensare che il software libero implichi la comunità.
>
> Io posso fare un programma per un singolo cliente e cederglielo sotto
> GNU GPL.
>
> Posso anche non distribuire ulteriormente il programma, i.e. perché il
> cliente è anche mio amico e voglio lasciargli un vantaggio o più
> probabilmente perché nessun'altro me lo chiede o ancora più
> probabilmente tale prodotto non risulta immediatamente riutilizzabile.
>
> Ma potrei usare comunque parti dell'applicazione in altre per usi
> diversi o anche in altre per gli stessi usi ma che sono diverse perché
> diversi sono i processi in cui si inseriscono.
>
> Tutto questo con i sorgenti che rimangono solamente nelle mie mani ed
> in quelle dei miei clienti.

Se è libero, però, non puoi prevedere che rimanga solo nelle tue mani,
se lo distribuisci (con licenza libera) anche ai tuoi clienti: è lo
scopo della licenza. Però, d'altra parte, hai la garanzia che rimanga
libero!

> Peraltro, non è infrequente che una P.A. commissioni la creazione di
> un programma che rimane proprietà della P.A. e la cui
> ridistribuibilità viene decisa dalla P.A. proprietaria e non dalla
> software house creatrice.

In questi casi, l'importante è che la P.A. riceva il software con una
licenza libera, poi se non vuole condividerlo ne ha tutto il diritto,
ma almeno in questo modo non è tenuta per le palle dal vendor di turno

bye,


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