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Re: OT: Il governo chiede e noi rispondiamo con il software libero



Buongiorno a tutti!

Mi son ripromesso più volte di leggere i messaggi di questa discussione,
che secondo me (pur giustamente marcata OT) è interessante. Purtroppo non
ne ho mai avuto il tempo.

Così rispondo ad un messaggio a caso, buttando un paio di considerazioni
che spero non siano la mera ripetizione di cose già dette. Il fatto che
risponda ad alcune affermazioni della mail che ho aperto è puramente un
pretesto...

Il Mer, 9 Maggio 2012 2:48 pm, Marco Bertorello ha scritto:
> La scelta del SL, IMVHO, non può essere dettata da mere logiche
> economiche o commerciali. Dev'essere per forza di cose una scelta
> etica e politica che le pubbliche amministrazioni devono fare qualora
> anche risultasse antieconomico, perché la libertà e i diritti dei
> cittadini valgono ben più di un'offerta economica.

Le scelte della pubblica amministrazione sono regolate da una serie di
principi, tra i quali c'è anche l'economia, non puoi non tenerne conto.

Tuttavia le scelte della pubblica amministrazione differiscono (o
dovrebbero differire) in una cosa molto importante dalle scelte di
un'azienda privata: l'interesse pubblico è (in tutte le sue
sfaccettature) uno solo. Ovverosia, un'azienda privata può fare una
scelta che mette in forte difficoltà un'altra azienda privata, una
pubblica amministrazione dovrebbe tentare di non mettere in difficoltà le
altre pubbliche amministrazioni con le proprie scelte.

In questo senso, più che indicare l'uso di software non libero come uno
spreco economico (non sempre è facile dimostrarlo, soprattutto a breve
termine), indicherei la mancanza di neutralità tecnologica, che spesso
impedisce alle amministrazioni di compiere liberamente le proprie scelte
che, in alcuni casi, potrebbero portare a dei risparmi.

Faccio qualche esempio concreto.

Primo esempio: l'applicazione protocolloasp, della quale potete leggere
alcune specifiche nel documento che trovate sul sito di digitpa:

http://www.digitpa.gov.it/sites/default/files/catalogo_pac/DigitPA-Protocollo%20ASP.pdf

A leggere il documento si vedrà che viene usato Windows per la gestione
del servizio web e RedHat per i database (Oracle), quindi, in piccola
parte, c'è anche un poco di software libero. Il documento parla di riuso
e quant'altro... peccato che per gli uffici che lo usano, lato client, sia
strettamente necessario usare Internet Explorer, l'applicazione web non
funziona neppure con firefox usato dentro Windows. Quindi
l'amministrazione che comincia ad usare i servizi di gov.it per il
protocollo, non potrà mai passare a software libero, dovrà sempre fare
gare d'appalto nelle quali tra i requisiti c'è Explorer. Chi vincerà
queste gare secondo voi?


Secondo esempio: il software libero nelle scuole.

La Regione Piemonte ha lanciato un bando per la diffusione del Software
Libero nella didattica
(http://www.finpiemonte.info/WebFinpis/visualizzazioneBando.action?nbando=214
), ma la domanda è, sarebbe possibile per una scuola passare al software
libero in modo completo? Anche nelle segreterie amministrative? La
risposta l'avete capita, ovviamente no.

Per non dilungarmi faccio un esempio solo, ma critico. Quest'anno il
ministero non manderà le prove d'esame (maturità) con plichi sigillati
consegnati dalle forze dell'ordine in ogni sede d'esame, distribuirà
invece un file cifrato che dovrà essere decifrato e stampato il giorno
dell'esame nelle varie sedi. Un bel risparmio.
Per decifrare il file viene fornito a tutte le scuole un programma ad hoc,
requisiti minimi per farlo girare... li potete immaginare. Ovviamente è
una cosa troppo delicata perché qualcuno possa permettersi di farlo
girare con Wine.
Ve la immaginate una scuola in cui qualcuno avesse timidamente proposto di
passare al software libero? Oggi si vedrebbe rispondere: "abbiamo fatto
bene a non passare a Linux, altrimenti ora saremmo in difficoltà a
completare gli esami di Stato".


In conclusione, se si vuole segnalare, tra gli sprechi della pubblica
amministrazione, l'uso di tecnologie non libere; a parer mio si dovrebbe
fare parlando di formati documentali aperti e di rispetto della
neutralità tecnologica. La mancanza di questi due requisiti (troppo
spesso violati dalle amministrazioni centrali) impedisce alle
amministrazioni periferiche di impostare liberamente le proprie gare,
riducendo la concorrenza e quindi aumentando i costi. Onestamente questo
mi pare difficilmente confutabile.


Sperando di non aver detto cose troppo fuori dai punti in discussione...
m

-- 
http://bodrato.it/papers/


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