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Re: Traduzione di "diversity statement" [Era: Re: DPN #10 IT]



Il 15/05/2012 18:57, bodrato@mail.dm.unipi.it ha scritto:
> Ciao carissimi,
>
> Mi sono iscritto tantissimo tempo fa a questa lista, con l'intento di
> contribuire attivamente e poi... il tempo libero residuo si è
> assottigliato e son rimasto un lettore passivo e sporadico...
>
> Credo tuttavia che il "diversity statement" proposto sia, nella sua
> presumibile irrilevanza tecnica, cosi simbolicamente centrale da meritare
> meticolosa cura.
>
> Il Mar, 15 Maggio 2012 12:45 am, Francesca Ciceri ha scritto:
>> On Mon, May 14, 2012 at 09:10:53PM +0200, beatrice wrote:
>>> in fondo in inglese è
>>> "diversity statement" che in italiano è proprio "dichiarazione sulla
>>> diversità" o forse "dichiarazione sulle diversità"
> Concordo con il plurale.
>
>> Un piccolo brainstorming su IRC mi ha portato a questo che mi sembra un
>> ottimo compromesso (grazie a Luca Brivo ed Enrico Zini per i
>> suggerimenti): "manifesto sulle diversità".
> Bel titolo "manifesto sulle diversità"! Però crea aspettative. Lo vedrei
> bene seguito da un elogio del meticciato che, pur probabilmente nelle
> corde di chi lo ha composto, non risuona nel breve testo in votazione.
>
> In poche parole il testo mi sembra dire: "Indipendentemente dalle altre
> vostre identità, se intendete riconoscervi anche in Debian, vi
> accoglieremo".
>
> Quindi, se si vuole sostituire (non tradurre) la parola "statement" con
> qualcos'altro, si potrebbe prendere una parola da quel testo: "benvenuto
> alle diversità".
>
>
> Tutto sommato rimango dell'idea che "dichiarazione sulle" sia la
> traduzione più fedele.
>
> Ciao,
> Marco
>
Il problema di "come tradurre" mi è sorto subito, alla prima lettura del
termine.
Se le cose stanno come vengono prospettate in questo messaggio (e
secondo me è probabile che sia così), il significato potrebbe essere
incompleto nella sua forma inglese ed andrebbe esteso per soddisfare la
naturale ridondanza dell'idioma italico (che consente anche questo tipo
di birignao).
Cioè non si tratta di "statuizione delle diversità", ma piuttosto di
"statuizione dell'accettazione delle diversità".
E' di per se già notevole per la società attuale digerire tali
diversità, figuriamoci poi accettarle.
Debian se lo propone e, per il contesto, ciò è notevole. Però anche la
forma del discorso dovrebbe rendere un po' di più l'idea di ciò che si
intende significare. Magari si abiurassero le guerre di religione!
Ma si intende proprio questo, Francesca?

--
Giuliano


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