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Re: aggiornamento



Il 07/05/2013 13:40, Alessandro Pellizzari ha scritto:
> La gente non vuole Windows perché Linux ha qualche piccolo bug. Windows 
> ne ha molti di più.

Concordo.

> Lo rivuole perché è abituata a quello, e se non trova Photoshop, AutoCAD 
> o banalmente Skype con le iconcine animate, rivuole Windows. Se il menu 
> non è una finestra stilizzata in basso a sinistra, rivuole Windows.
> 
> Perché non ha voglia di sperimentare, non ha voglia di imparare cose 
> nuove, non ha voglia di mettere una password in più ogni tanto, anche se 
> la cosa lo rende immune da virus. Vuole usare quello che conosce.

Concordo.

Parlando di utonti al 100% (un numero ENORME)
Ho esperienza di persone con pc così incasinati di problemi e cose che non
vanno da far paura. Alle mie domande tipo "ma allora come fai?", "ma non lo
sistemi?" le loro risposte erano sempre cose del tipo "non funziona e basta",
"quel computer li fa schifo" (<= riferito ad esempio a dei core2duo da oltre 2
ghz che servivano per andare solo su facebook). E questa secondo me è solo
pigrizia mista a ignoranza. E ignoranza non è inteso in senso dispregiativo, ma
di "non conoscenza" e anche quest'ultimo riferito al poter giudicare se
quell'oggetto può dare quanto desiderato se messo a posto e non al saperselo
sistemare da soli
In questo contesto aggiungiamo che quando glieli sistemavo per fargli un favore
spesso finiva che sul momento mi ringraziavano, ma da quel momento in poi
venivo ritenuto "responsabile" di ogni problema futuro di quel computer con la
frase del tipo "eh l'ultimo che ci aveva fatto qualcosa eri tu".

Partendo da una base di utenti dello stampo descritto sopra prova a farti un
idea...

Non voglio sapere cosa succedeva se a queste persone installavo linux.
Probabilmente mi avrebbero accusato che quello era il motivo per cui non gli si
apriva il cancello del box o gli saltava la corrente in casa...

> L'unico modo per cui Linux potrebbe avere successo sul desktop sarebbe di 
> imporlo nelle scuole fin da bambini, e aspettare 20 anni che diventino 
> manager, impiegati, tecnici, ecc. e lo "impongano" ai loro colleghi. 
> Tutti gli altri metodi non funzionano.

Vero, dato che è "nuovo" non è "normale". Se ci si abitua ad averlo intorno non
è più "nuovo" e quindi è "normale". Sembra stupido ma è così che funziona.
A casa ho allestito un pc con una debian per i miei genitori.
Mio padre non sapeva usare il computer, mia madre sapeva usare windows ed aveva
una approccio da utente avanzato (del tipo: non sono un tecnico, ma ho un
problema, ma almeno mi informo e vedo se riesco a risolverlo che magari è una
cagata).
Ora mio padre usa egregiamente linux a livello base, di un utente che ha
bisogno di cose basilari da un pc. Non sa cosa sia un sistema operativo, cosa
sia windows (nemmeno mai provato). Accende il computer e lo usa, e se gli serve
qualcosa glielo insegno.
Mia madre mi ha detto che era "strano" e mi chiedeva "dove sta quello?" quando
aveva bisogno di qualcosa. Ha visto dove stanno i menu e con un po' di voglia
di leggere finestre e menù se la cava da sola (non credo sappia che "quello" si
chiama linux).

La morale: o si impara da zero ed è "normale" fin da subito, o ci vuole la
testa e la buona volontà.

> Il metodo alternativo è quello di Google e Ubuntu: dargli Linux, 
> mascherato, sotto altre forme (telefoni e tablet). Così partono da zero, 
> sanno inconsciamente che è diverso da prima, e non devono disimparare 
> cose che sanno, ma solo impararne di nuove.

Eh ma un telefono è più facile da gestire da un computer, senza contare che
android è molto più "ingabbiato" e richiede meno l'intervento dell'utente nella
gestione del sistema. Un computer con dei driver e delle impostazioni da
adattare all'hardware diventa più complicato. Aggiungici la miriade di
preferenze a cui improvvisamente gli utenti devono dare attenzione e vanno nel
pallone e si scocciano, dato che sono abituati al sistema che decide per loro.
Tra "si fa cosi'" e "si può fare in questi 10 modi diversi" la seconda è più
difficile, e a molti non piace dover pensare. Figuriamoci scegliere qualcosa
che devono imparare... e dov'è "l'avanti, avanti, avanti, avanti, fine" ?

Il pubblico è ampio e diversificato.
Alcuni sanno cosa vogliono e come averlo. Ad altri manca solo il come averlo.
Altri non sanno cosa vogliono.
Questi ultimi possono avere diversi motivi, come non sapere che alternative ci
sono, o saperlo ma non avere voglia di pensare, o quant'altro.

A ognuno il suo. Come una persona che ha male e non ha sbatta di andare dal
medico. Di certo non spreco io il mio tempo a convincerlo.
Se uno è insoddisfatto di qualcosa, ci può mettere del suo e solo in quel caso
io ben volenteri gli dico "se vuoi ti do una mano".


Scusate la mail lunga ma è un argomento che ricompare regolarmente e non ho mai
detto la mia.
So che quanto scritto sopra è contestabile e penso possa anche offendere
qualcuno, in quel caso mi scuso in anticipo ma la mia voleva essere una critica
costruttiva a una delle mentalità contemporanee e al suo approccio passivo ai
problemi.


Ciao e buona serata

-- 
Davide


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