[Date Prev][Date Next] [Thread Prev][Thread Next] [Date Index] [Thread Index]

Re: [revisione] DPN 11



Il giorno giovedì 09 settembre 2010 alle 12:27 Francesca Ciceri ha scritto:
> Ciao Marco,
> e benvenuto nel team! :D
Grazie!

> > > ho tradotto il titolo di alcuni articoli citati (ma non so se è una
> > > operazione concettuale-intellettuale accettabile, dal momento che gli
> > > articoli sono in inglese).
> > 
> > Se non e` disponibile una traduzione, la cosa migliore potrebbe essere
> > tenere il titolo tradotto segnalando che e` in lingua inglese con una
> > notazione del tipo:
> > 	Introduzione all'universo (in inglese)
> 
> Si pensavo anch'io di fare così: credo però che inserirò direttamente una
> nota a fine paragrafo del tipo:
> 
> (Nota del Traduttore: tutti gli articoli citati sono in lingua inglese)
> 
> Mi sembra più pratico che non scrivere tra parantesi vicino ad ogni titolo
> che l'articolo è in inglese! :D

Concordo pienamente.

> > Nella traduzione ci sono termini ricorrenti e non tradotti, ma che hanno
> > una traduzione italiana:
> >  "changelog"    -> "registro dei cambiamenti"
> >  "developer"    -> "sviluppatore" (m) o "sviluppatrice" (f)
> >  "mailing list" -> "lista di distribuzione"
> >  "maintainer"   -> "manutentore" (m) o "manutentrice" (f)
> >  "master"       -> "responsabile"
> > 
> > Forse e` consuetudine lasciare questi termini invariati?
> 
> Ecco, questo è un argomento interessante. Ora, in generale nella
> traduzione nell'ambito dei programmi e degli Howto ci si attiene a questi
> documenti, che ti consiglio di leggere se non conosci:
> http://tp.linux.it/buona_traduzione.html
> http://tp.linux.it/glossario.html
> 
> In aggiunta a questi ci sono una serie di convenzioni acquisite col tempo,
> che puoi verificare leggendo le News degli anni precedenti o, in
> generale, i contenuti tradotti del sito Debian.
> La regola di massima usata nell'ambito dei team di localizzazione italiana
> è 1. tradurre più possibile le parole inglesi (niente inutili inglesismi)
> 2. evitare il più possibile la forma colloquiale così in voga nella
> sintassi inglese (se ne è parlato in una serie recentissima di mail
> relative alla revisione del FAQ Debian) sostituendo ad essa, dove
> possibile, la forma impersonale.
> 
> Tuttavia, Debian Project News rappresenta un caso particolare: è infatti,
> per sua natura, un documento con una finalità differente rispetto ai
> soliti che traduciamo.
> Ha cioè un tono completamente diverso: di stimolo, di informazione, mira a
> coinvolgere il lettore.
> Questo rende necessario qualche aggiustamento: non è un freddo programma
> in esecuzione che dà delle indicazioni o chiede degli input.
> Ergo, la forma impersonale può alle volte cedere il passo ad un tono più
> colloquiale, sta alla sensibilità del traduttore dosare bene la cosa.
>
> Diverso il discorso per i termini inglesi da tradurre o meno: qui ci sono
> alcuni termini che teniamo invariati per consentire l'uso di acronimi (DD
> --> Debian Developer che viene spesso lasciato invariato, come DM -->
> Debian Maintainer o DPL, DSA, ecc.). Nel numero attuale sono stata
> costretta a lasciare invariato una frase intera che altro non era che la
> spiegazione di un acronimo che seguiva tra parentesi: tradurla avrebbe
> rotto decisamente l'armonia.
> 
> Poi c'è una mera questione di gusto: finora a tradurre DPN siamo stati io
> e Giovanni Mascellani. Non so come la pensi Giovanni ma, pur essendo
> contraria all'uso smodato di inglesismi superflui, sono altrettanto
> contraria alla traduzione a oltranza di quegli inglesismi che sono invece
> entrati nella terminologia specifica. La lingua è in continua evoluzione
> e in un ambito come il nostro è bene tenerlo presente. Ergo, il termine
> "manutentore" mi va stretto e ritengo che si possa usare "maintainer"
> tranquillamente. Mentre non transigo su certi neologismi direttamente
> creati da storpiature della lingua inglese: "settare" al posto di
> "configurare" per intenderci. Ma, ripeto, è una questione di gusti.
> E sono più che pronta ad uniformarmi alle decisioni della lista, dal
> momento che la cosa più importante, alla fin fine è scegliere una linea
> editoriale e seguirla.
> Come diceva Beatrice a proposito della forma impersonale qualche giorno
> fa, la coerenza nel testo - prendere una decisione circa la forma da
> adottare e usare quella dall'inizio alla fine - è fondamentale.

Conoscevo gia` qualche regola di massima per approcciare una traduzione e mi 
chiedevo se qualche posizione era stata assunta per le parole del mondo 
Debian.

Riguardo "manutentore", non credo si tratti di una traduzione forzata di un 
vocabolo ormai in uso, dal momento che con una ricerca web come:
   site:debian.org manutentore
si puo` notare quanto la sua traduzione sia usata. Il fatto poi che ci siano 
acronimi inglesi non mi sembra rilevante, visto che possiamo tranquillamente 
forgiare i rispettivi italiani con le diffuse traduzioni dei termini che li 
compongono. 


> >Abbiamo una base di
> > traduzione di questi termini specifici?
> 
> No, a parte i due documenti citati. Ma se vuoi provare a stilarne una
> lista ti segnalo, e segnalo a tutti che abbiamo a disposizione questa
> pagina:
> 
> http://wiki.debian.org/L10n/Italian
> 
> in cui possiamo inserire il materiale utile per la traduzione, le
> indicazioni, e tutto il resto. È pensata per coordinare gli sforzi, per
> indirizzare chi si avvicina alla traduzione e per inserire documenti e
> link. Quindi sentitevi liberi di inserirvi le informazioni che pensate
> possano tornare utili. Per modificarla - o creare sottopagine - dovete
> crearvi un account sul wiki e il gioco è fatto.

Una lista dei termini specifici di Debian potrebbe risultare molto utile. 
Comincio il lavoro nei prossimi giorni.

-- 
Marco Solieri
 aka SoujaK

Attachment: signature.asc
Description: This is a digitally signed message part.


Reply to: