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Re: snap: gestore di pacchetti




Il 13/06/20 11:11, Davide Prina ha scritto:
avevo letto qualcosa su snap, il programma che ti permette di installare delle applicazioni con il proprio ambiente, ma non l'ho mai usato.

Leggo oggi un articolo su slashdot su mint[¹].
La parte interessante è questa: Ubuntu sta pianificando di sostituire il pacchetto deb di chromium con un pacchetto vuoto che installa chromium con snap, leggendo in giro questa pratica la sta pianificando anche per altri pacchetti. La cosa negativa di tutto questo è che i pacchetti snap sono ottimizzati per funzionare su Ubuntu, alle applicazioni sullo store di snap non possono essere applicate patch o regole di pinning, non si possono modificare, mettere sotto controllo o bloccarne l'aggiornamento e non si può neanche cambiare lo store che usa snap. L'articolo dice: è come usare software commerciale, solo che è eseguito come root e installa sé stesso senza chiedervi nulla. L'articolo lo paragona ad una backdoor che collega il vostro computer allo store di Ubuntu.

Mi sembra che Clem abbia capito male il funzionamento di snap (o che parta da un'opinione polarizzata a monte).

Intanto, non è chiaro cosa intenda quando dice che i pacchetti snap funzionano meglio con Ubuntu.

È vero che sono pacchetti auto contenuti il cui contenuto non può essere modificato una volta installato sul tuo computer - ed è un bene per la sicurezza, imho. Inoltre le applicazioni sono sandboxed - non possono fare qualsiasi cosa sul sistema o sulla home dell'utente, a meno che non siano autorizzate dall'utente, e anche questa è una cosa positiva che prima non si poteva fare (non in modo così immediato per l'utente finale, almeno).

Non è vero che non puoi controllare quali pacchetti installa snap - pacchetto per pacchetto puoi scegliere da quale canale (beta/testing/stable/...) installare (è anche più facile che facendo pinning) ed eventualmente puoi bloccare l'aggiornamento dei pacchetti.

Tra l'altro il fatto che siano auto contenuti, con tutte le loro dipendenze, riduce moltissimo la possibilità di conflitti e problemi  di repository in concorrenza tra di loro, ragioni per cui spesso facevamo pinning.

Puoi addirittura avere installati sul sistema due versioni diverse dello stesso pacchetto senza conflitti né problemi di librerie (e non è cosa da poco).

O addirittura avere due versioni diverse dello stesso servizio installato via snap e cambiare la porta predefinita di ascolto di uno dei due senza sapere nulla di come funziona il servizio in questione - lo fai dal lato di snap.

È vero che c'è un solo repository di pacchetti snap (snapcraft.io), ma non è necessariamente un male - non ti impedisce di installare versioni diverse della stessa applicazione. Anzi, se vuoi puoi crearti e mantenere un pacchetto snap tu stesso e poi metterlo su snapcraft ed installare quello che hai creato tu, cosa che con i repository tradizionali non si può fare (ti devi fare e gestire un repo tuo).


Visto che snap c'è anche in Debian: snapd e altri pacchetti; se tutto questo è vero consiglio a tutti di rimuovere tutti i pacchetti del gestore di pacchetti snap (notare che c'è un pacchetto con nome snap che fa tutt'altro)

Mi sembra eccessivo.

Secondo me il problema è applicare ad un sistema di pacchettizzazione diverso come snap le stesse logiche che abbiamo usato finora per dpkg/apt.

Invece sarebbe meglio leggere la documentazione e cercare di capire meglio come funziona snap, e parlare di vantaggi/svantaggi con cognizione di causa (perché di svantaggi ce n'è, ma non credo siano quelli indicati da lui): https://snapcraft.io/docs

Questa polemica mi ricorda molto quelle con systemd: arriva qualcosa di nuovo, e prima ancora di conoscerlo alziamo gli scudi condannando la novità.

Snap non è la panacea a tutti i mali, ma ha delle applicazioni utili. Usiamolo quando/dove è utile senza pregiudizi.

saluti,
gerlos


PS Parte delle obiezioni di Clem verso snap sono applicabili anche a Flatpak e Appimage. :-P



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