Il 25/08/2014 18:03, Marco Bertorello ha avuto l'onore e l'ardire di scrivere: > > Se il SL fosse *imposto* per legge alla PA, starà alla PA e ai suoi > tecnici (pagati da noi per fare questo, eh...) farla funzionare con > SL. Non entro in merito perché concordo circa la questione "morale" nell'adozione del SL (è giusto!), ma vorrei aggiungere che le PA sono già "costrette" ad adottare SL tranne in alcuni casi descritti. Vedi la legge 134/2012 ma soprattutto il "Codice dell'amministrazione digitale" (circolare 63/2013 dell'Agenzia per l'Italia Digitale) Tra i risultati di Google, questo [1] è il primo che ho trovato. Un post (non certo autorevole) che delinea due cose essenziali con minime citazioni normative. Lavoro come insegnante nella Pubblica Istruzione e costantemente cerco di far capire ai "piani alti" l'importanza del SL da un punto di vista "filosofico" e pratico, più che per quello economico. Il problema con cui mi sono scontrato spesso è la (falsa) pigrizia di fronte al cambiamento e ad un pregiudizio di fondo per cui l'open-source appare come un movimento per smanettoni e non per utenti comuni... Inoltre il fatto che sia gratis, e noi sappiamo che non è un vincolo ed è comunque un motivo degno di nota, può diventare controproducente perché appare più come "non costa quindi non ha valore". Chiudo dicendo che so di molte scuole primarie e secondarie di 1° grado nelle quali sono stati installati dei nuovi computer acquistati direttamente dal Comune. Senza alcun problema c'era Ubuntu già installato e di Windows nemmeno l'odore! Qualche docente si è sentito "costretto" ad usare SL e posso anche capirlo in mancanza di un piano di formazione che puntualmente non è inserito nel bilancio... Almeno è un inizio e si passa dalle parole delle leggi ai fatti... Scusate la lunga mail, ma la questione non è banale. Mario PS: arriva un po' dopo la scrittura per problemi di connessione internet...
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