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Re: OT: Il governo chiede e noi rispondiamo con il software libero



On 11/05/2012 15:28, Marco Bertorello wrote:
Il 10 maggio 2012 22:30, Davide Prina  ha scritto:

in Lombardia si era cercato di fare qualcosa qualche anno fa ma, da quello
che ho visto io:

* all'inizio ogni "gruppo" legato al software libero cercava di agire per
conto suo senza cercare cooperazione, un punto comune o una strategia
comune, ognuno cercava di proporre quello che per lui importava di più.
Quando è stato fatto notare il punto centrale su cui si doveva agire (i
formati dei file, l'interoperabilità) è iniziata una cooperazione abbastanza
compatta

hmmm... chi è che ha fatto notare che il punto centrale dovesse essere
quello? io non lo trovo così scontato, anzi...

come non lo trovi così scontato. Se cerchi di introdurre programmi che non sono in grado di leggere/scrivere quanto è già presente in una società, allora quei programmi non avranno alcun successo perché non saranno usati.

Per passare al software libero in molte realtà, soprattutto nelle PA c'è bisogno di un periodo di transizione e questo è di sicuro più veloce, meno costoso e con minor impatti negativi se sei in grado di leggere e scrivere senza problemi i dati preesistenti. Altrimenti il costo di una transizione può essere talmente alto che non ti conviene farlo. Questa è sempre stata una tecnica usata da i produttori di software per legare i propri utenti nel futuro.

Il primo punto è riuscire ad avere dei formati di file che permettano l'interoperabilità con qualsiasi software. In pratica dei formati liberi, completamente documentati e fatti bene che permettano a qualsiasi programma di utilizzarli.

Era il tempo dei file .doc & C., moltissimi stati e istituzioni volevano un formato libero e c'era soltanto ODF, nel campo dei formati documentali modificabili, che era libero, completamente documentato e fatto bene. In breve è diventato standard ISO e poi standard UNI (italiano). Quella certa azienda ha cercato di correre ai ripari con ms-ooxml, solo che non era molto libero (clausole per l'uso: si può usare solo se si implementa completamente e fedelmente, brevetti, ...), che era sì documentato, ma fatto molto male (una caterba di documentazione, dove in ogni punto che c'era la stessa cosa si chiedevano requisiti e algoritmi diversi, ad esempio per cifrare parti di documento). Questo formato è stato approvato da ECMA in tempi super-record (ha completamente polverizzato i record precedenti di altri prodotti, guardacaso della stessa casa), è stato messo in pista per l'approvazione ISO (anche se non aveva tutte le caratteristiche e i rispetti di quanto previsto per le norme ISO), è stato approvato dall'ISO (anche se ci sono state denunce di brogli (ad esempio in una votazione sono stati esclusi alcuni che erano contrari perché non c'erano più sedie disponibili), in più occasioni si è andati contro le norme interne ISO e si è approvato alla fine sulla fiducia che l'azienda promotrice avrebbe in tempi brevi adattato la sua suite alle modifiche richieste nel velocissimo iter ISO).
Il risultato è stato che:
* all'ISO è stato approvato un formato, ma la suite dell'azienda promotrice non si è adeguata (strano!) e quindi non esiste nessuno che veramente implementi il formato ISO ms-ooxml * in teoria tutti i concorrenti dovevano implementare quello approvato dall'ISO, ma per cercare compatibilità si è cercato di implementare qualcosa che leggesse per lo meno i file dell'azienda promotrice

L'ISO alla fine, per la prima volta nella sua storia, ha approvato due formati diversi per la stessa identica cosa (in realtà c'è già un precedente, ora non ricordo esattamente cosa è, ma la storia è ben diversa, c'era un formato ISO di un po' di anni prima e non più usato da tempo perché obsoleto e ne è stato approvato un altro diverso che lo sostituiva, mentre qui ce ne sono due attivi contemporaneamente).

La descrizione del formato ms-ooxml è stata creata a partire da un'implementazione già fatta e ne è uscito un colabrodo e un garbuglio inimmaginabile. Il processo di creazione è chiuso e segreto. Solo l'azienda promotrice può invitare chi vuole al processo.

ODF è stato creato da zero e poi tutti hanno dovuto implementarlo e quindi è più lineare e modulare. Inoltre è stato creato da un processo aperto a tutti e in chiaro (è possibile vedere tutte le parti di discussione e approvazione interna ad OASIS).

Dopo tutti questi fatti ho capito che l'ISO non è una società sopra alle parti, che non è tanto valida, che i processi interni e i regolamenti interni non garantiscono un bel nulla. In pratica una cosa targata ISO non ha poi molta validità o per lo meno potrebbe non averla.

Fra l'alltro sento dire che il SL è "apolitico" da molti anni, ma non
sono mai stato d'accordo. Il SL è, IMHO, una scelta politica (sempre
se parliamo di SL e non di opensource o software "gratis")

ok è una scelta politica, ma non legata ad un partito politico (anche se in Italia, se non erro, non esiste nessun partito politico, perché se no dovrebbero registrarsi, come un'impresa, ed essere soggetti a controlli... non sia mai!).
È una scelta che è trasversale ai movimenti politici attuali.

In alcuni paesi sono addirittura scesi in piazza contro OOXML:

http://www.flickr.com/photos/alexbrn/3016599240/

cosa impensabile in Italia...

sapevo che la commissione europea stava indagando sul processo di approvazione all'ISO, ma poi non ho più saputo nulla. Qualcuno ha notizie?

Poi alcune nazioni stavano pensando di creare un organismo veramente internazionale e sopra le parti che soppiantasse l'ISO. Ma anche qui non avuto più notizie.

Al fine dell'obbiettivo forse avrebbe più senso se ogni area politica
fosse spronata all'adozione del SL dalla sua militanza e che non si
considerasse nemmeno "l'appoggio": sono i politici ad aver bisogno del
nostro appoggio, del nostro consenso, non il contrario. Quindi se non
fanno il loro lavoro (i nostri interessi, quindi l'adozione al sofware
libero, che è interesse di ogni persona), qual'è la cosa da fare se
non manifestare il proprio dissenso? Cos'è che temono di più i
politici se non perdere consenso?

ma se c'è la spinta dei politici puoi fare come in Francia dove si è imposto più o meno a tutte le PA di usare software libero a step fino ad arrivare in molti casi ad un uso completo al 100%. I risparmi sono evidenti (anche se questa è un benefit collaterale, benissimo trascurabile rispetto a ciò che porta veramente il software libero), ma ci vuole sempre un ordine dall'alto e qualcuno che capisca quello che si sta facendo; altrimenti si arriva a considerare software libero del software che è distribuito gratuitamente, ma che non è per nulla libero.

Molte PA hanno una società che gestisce la parte informatica e spesso l'uso
del software libero è introdotta da queste.

Vero, ma molte altre è frenato proprio da loro. Poi spesso i bandi
sono fatti ad-hoc (tipo "Fornitura di licenze per MS Sql Server 2005",
quando dovrebbe essere semplicemente "Fornitura di Database Management
System SQL", dando la possibilità di partecipare anche con PostgreSQL
o MySQL o altro) e chi fornisce SL non può partecipare. Alla faccia
della legge (truffa) sul SL.

la cosa è un po' diversa. Chi gestisce le scelte tecniche è interno a tali società e poi gli appalti fatti verso l'esterno per acquisire consulenti sullo sviluppo vengono richieste delle figure in grado di usarlo. Quindi se si è deciso di usare il software X, allora la realizzazione dovrà essere fatta con quello. Una volta più o meno tutti i software che si voleva usare erano commerciali, ora la cosa, da un po' di tempo, sta un po' cambiando e ci sono sempre più prodotti di software libero (molto lato server, abbastanza lato sviluppo e un po' meno lato utente finale).

Ciao
Davide

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