Il 09/09/2010 13:13, Francesca Ciceri ha scritto: > On Thu, Sep 09, 2010 at 11:19:28AM +0200, Marco Solieri wrote: >> >>> e` stato chiamato per aiutare nell'eseguire il debug di GRUB2 >> e` stato chiamato per aiutare al/alla debugging/correzione di GRUB2 > > No, rileggendo bene devo farti un appunto: "debugging" non va usato. > Quando trovi un sostantivo inglese usato come verbo (ma che non ha > corrispondente in italiano) devi usare una locuzione: dal momento che > "debuggare" è assolutamente mostruoso, "fare il debug" è l'unica opzione. > Questo perché non puoi sostantivare "debugging" che in effetti è "l'atto del > debug" corrispondendo a un participio in inglese (-ing). Qui non sono molto d'accordo. Introdurre un vocabolo come "debug" in italiano senza introdurre le sue forme "parallele" (ossia quelle che in inglese sarebbero "debugging", "to debug", e tutte le forme coniugate e declinate che in italiano sono milioni) è molto scomodo. Secondo me i giri di parole come "effettuare il debug" sono piuttosto scomodi per la lettura (soprattutto quando la loro introduzione comporta un eccessivo sovraccarico della frase, cosa che, nella mia esperienza, spesso capita). Secondo me conviene trovare un modo che permetta di utilizzare anche le forme parallele. Si può discutere sul fatto che tali forme debbano essere direttamente trasportate dall'inglese oppure italianizzate (creando, per esempio, il verbo "debuggare"). In generale preferisco le forme inglesi (un esempio per tutti: "cachare"), ma casi specifici possono richiedere valutazioni specifiche. Nel caso specifico, secondo me "debugging" è sufficientemente utilizzata da rendere i benefici dell'evitare una chiosa come "effettuare il debug" superiori ai malefici (sembra una stregoneria, ma in effetti il contrario di "beneficio" è "maleficio") di utilizzare una forma inglese. > Non puoi neanche sostituirlo con "correzione" dal momento che il debug e la > correzione sono due operazioni assai diverse: spesso avvengono nello stesso > contesto, certo, ma non sono necessariamente equivalenti nè contemporanee. Si potrebbe discutere: per quanto mi riguarda, sia nell'uso corrente che nel significato etimologico "debug" si riferisce all'intera operazione di togliere i bug, dunque comprende tutte le operazioni di triaging, isolamento ed identificazione del bug, progettazione di una soluzione (quando necessaria, ossia quando il bug non è facilmente risolvibile) e relativa implementazione (che, immagino, sia quella che tu chiami "correzione"). > Altri sostantivi vengono usati come verbi in inglese: "to blog" va tradotto in > genere come "scrivere un articolo sul blog", "to post" vi prego, non "postare" > ma ancora una volta "scrivere un messaggio/articolo" e via dicendo. Attenti a > "to quote" che non ha in inglese il significato che ha assunto nella nostra > storpiatura italiana "quotare" (peraltro il verbo quotare in italiano esiste > eccome, e vuol dire tutt'altro!). Perché "to quote" non ha lo stesso significato di "quotare" (inteso come traslitterazione dell'inglese, non come parola italiana)? A me sembra che entrambi indichino l'operazione di introdurre nel corpo di un'email o di un messaggio le parti rilevanti di un altro messaggio al quale si sta rispondendo allo scopo di facilitare la comprensione e la ricostruzione del filo del discorso. Gio. -- Giovanni Mascellani <mascellani@poisson.phc.unipi.it> Pisa, Italy Web: http://poisson.phc.unipi.it/~mascellani Jabber: g.mascellani@jabber.org / giovanni@elabor.homelinux.org
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