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Re: Che ne pensate della lettera per licenziare RMS?



>>>>> "g" == gerlos  <gerlosgm@gmail.com> writes:

g> Per esempio: scrivo un SAAS. OK, sarebbe preferibile un software
g> installato in locale, ma per la mia applicazione è importante la
g> collaborazione di più utenti, e in questo modo lo possono usare nel
g> browser senza installare nulla in locale, cosa che durante la
g> pandemia gli ha permesso di lavorare da casa senza troppe
g> difficoltà: è per questo accettabile questo SAAS?

Lasciamo perdere i paroloni, andiamo sul sodo.

UN software X gira su un serve e si usa con un thin client. L'unica
cosa su cui potrei fare obiezione è questa (nomi e luoghi sono
inventati - non è detto che eventuali luoghi identificabili abbiano
questi problemi, questo è un esempio teorico):

Nel paesino di Pulazza, nell'alta valle del Sed, ha grossi problemi di
connettività alla rete globale. Però Toni, che ha studiato a Padovada
ingegnere e ha visto il software X sa che potrebbe girare bene nel
server del comune, e così gli abitanti di Pulazza lo potrebbero usare.

Però dove sono i sorgenti da installare? Se mancano, credo che saltino
tutte le 4 proprietà del software libero. Anche quella di uso, perché
Pulazza ha grossi problemi di connettività.

E questo discorso trascende il fatto di chi eventualmente controlla la
macchina su cui gira il tuo programma.

g> È accettabile usare un browser proprietario per accedere al mio
g> servizio libero? Dovrei costringere i miei utenti ad usare Firefox
g> invece che Safari, oppure no?

Posso biasimarti perché tu usi il software proprietario, non impedirti
di lavorare. Emacs ad esempio gira su Windows e Mac OS. L'unica rogna
che sollevò, 23 anni fa, Stallman fu rinominare i simboli win32 in
w32, perché win ha un ben preciso significato.

g> Mettiamo poi che pubblico il codice sotto GPL su Github (servizio
g> proprietario), è accettabile o no? Probabilmente dovrei appoggiarmi
g> ad un servizio analogo open source, ma a costo di una barriera di
g> ingresso più alta per i miei contributori...

Usare Savannah.gnu.org è tutta questa barriera?

Toni in questo caso non farebbe altro che andare in un posto dove ci
si connette bene, scaricarsi i sorgenti, portarli a Pulazza ed
installarli.

g> Poi acquisto su un server cloud di un gestore, mettiamo AWS, ci
g> installo Debian al fine di offrire il mio SAAS. Il sistema
g> operativo è libero, il software è libero, però non so quasi nulla
g> sull'infrastruttura su cui gira il mio server, e con ogni
g> probabilità è roba proprietaria. Dovrei smettere di usarla?

Qui entra in ballo il discorso del faro.

RMS probabilmente non li userà. Da questo punto in poi io sono in
grado di misurare quante deroghe accetto di fare, ed eventualmente
comprendere che rischi corro. RMS serve come servono gli asceti nelle
religioni.

g> Poi supponiamo che per far funzionare il mio software serva ad
g> accedere ad alcuni dati tramite un servizio terzo, tramite API, e
g> che questo servizio sia proprietario. Io mi potrei riproporre di
g> rifare una versione open source del servizio in questione in un
g> secondo momento, ma nel frattempo che faccio? Non lo uso?

Nuovamente, sai a che distanza ti poni, quanto rischi.

g> Ammetto che ho un'idea molto vaga di come potessero andare le cose
g> ai tempi dei mainframe e di multics, ma so più o meno come va oggi,
g> e quanti livelli di complessità ci sono oggi, ed ho l'impressione
g> che tutte queste complessità siano ignorate o sottovalutate nei
g> discorsi che fa oggi RMS.

RMS le capisce molto molto bene. Fa invece un discorso ideologico
molto molto rigoroso, fondamentalista se vuoi. E FSF è stata, da che
la conosco, una fondazione che si ispirava a questo rigore.

g> O quanto meno, forse sono io che non riesco a cogliere indicazioni
g> concrete utili a questi casi specifici (o almeno, indicazioni che
g> non mi portino alla paralisi). 🤷

Nessun roboblocco. Solo sapere dove si è.

Sapere quanto si è distanti dall'essere "un santo della chiesa di Emacs".

Io non lo sono.

Sul mio portatile aziendale Debian fallì con mio sommo dolore, non
riusciva a gestire il multiheading.

Sul mio portatile personale Debian fallì ancora peggio.

Ci vivo benissimo. Uso anche Gnome (che continuo a ritenere molto
malfatto e comunque più scomodo di WindowMaker) e quando ho bisogno di
banda abbondante attacco il mio cellulare (si chiama ΜΗΛΑ, vi lascio
indovinare la marca[*])su cui quello spericolato del mio gestore mi ha
dato trattico illimitato.

E continuo a pensare che Ubuntu sia un'antica parola africana che
significa "Non so installare Debian".

So quali sono i limiti ed i rischi ed ho valutato che al momento certe
scelte mi danno sufficienti benefici personali. Non sono un santo.

-- 
 /\           ___                                    Ubuntu: ancient
/___/\_|_|\_|__|___Gian Uberto Lauri_____               African word
  //--\| | \|  |   Integralista GNUslamico            meaning "I can
\/                 coltivatore diretto di software       not install
     già sistemista a tempo (altrui) perso...                Debian"

Warning: gnome-config-daemon considered more dangerous than GOTO

[*] c'è poco da fare, l'HW è migliore e rimangono attuali a lungo,
anche se la casa madre ci si impegna a fare versioni del sistema
sempre più ciccione che rendono la vita scomoda ha chi ha poca
memoria.


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