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Re: Che ne pensate della lettera per licenziare RMS?



Il 02/04/21 18:03, Gian Uberto Lauri ha scritto:
"g" == gerlos  <gerlosgm@gmail.com> writes:
[CUT]
g> Mettiamo poi che pubblico il codice sotto GPL su Github (servizio
g> proprietario), è accettabile o no? Probabilmente dovrei appoggiarmi
g> ad un servizio analogo open source, ma a costo di una barriera di
g> ingresso più alta per i miei contributori...

Usare Savannah.gnu.org è tutta questa barriera?

Toni in questo caso non farebbe altro che andare in un posto dove ci
si connette bene, scaricarsi i sorgenti, portarli a Pulazza ed
installarli.

Il mio punto era che Toni non è solo utente del software in questione, ma ne è contributore (come dovremmo/vorremmo esserlo tutti noi sostenitori del software libero, in una qualche forma).

E per fare l'open source per bene lo devi fare in pubblico, senza veli e senza pudore ;-)

Avendo usato da un po' di anni GitHub ho constatato che ci sono un mucchio di cose che ti aiutano e ti incoraggiano a pasticciare con il codice altrui, parlare di cosa funziona e cosa no e contribuire le tue modifiche, e fare tutto in modo trasparente.

Mi spiace ammettere che Savannah.gnu.org non è la stessa cosa, almeno non al momento.

g> Poi acquisto su un server cloud di un gestore, mettiamo AWS, ci
g> installo Debian al fine di offrire il mio SAAS. Il sistema
g> operativo è libero, il software è libero, però non so quasi nulla
g> sull'infrastruttura su cui gira il mio server, e con ogni
g> probabilità è roba proprietaria. Dovrei smettere di usarla?

Qui entra in ballo il discorso del faro.

RMS probabilmente non li userà. Da questo punto in poi io sono in
grado di misurare quante deroghe accetto di fare, ed eventualmente
comprendere che rischi corro. RMS serve come servono gli asceti nelle
religioni.

Ecco, questo penso che sia il punto chiave: anche io vorrei che RMS fosse per tutti un faro in questo campo.

E mi dispiaccio molto che il suo caratteraccio e le sue uscite infelici su altri temi distolgano l'attenzione e tolgano autorevolezza alla sua filosofia.

Nessun roboblocco. Solo sapere dove si è.

Sapere quanto si è distanti dall'essere "un santo della chiesa di Emacs".

Io non lo sono.

Sul mio portatile aziendale Debian fallì con mio sommo dolore, non
riusciva a gestire il multiheading.

Sul mio portatile personale Debian fallì ancora peggio.

Ci vivo benissimo. Uso anche Gnome (che continuo a ritenere molto
malfatto e comunque più scomodo di WindowMaker) e quando ho bisogno di
banda abbondante attacco il mio cellulare (si chiama ΜΗΛΑ, vi lascio
indovinare la marca[*])su cui quello spericolato del mio gestore mi ha
dato trattico illimitato.

Anche io ho un notebook di quella marca, per usare dei programmi che non hanno alternative libere, e nonostante molti lo considerino uno status symbol, mi sento sempre a disagio nell'usarlo, visto che sotto ogni aspetto si comporta proprio come i "dispositivi che non sono tuoi" di cui parla Stallman.

Ma visto che non ho alternative valide e mi serve per produrre cose che mi servono e che non riuscirei a fare altrimenti, mi adatto a malincuore.

So quali sono i limiti ed i rischi ed ho valutato che al momento certe
scelte mi danno sufficienti benefici personali. Non sono un santo.

Neanche io ;-)

Solo non vorrei sentirmi in imbarazzo quando parlo del mio santo.

grazie per il bello scambio,

-gerlos



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