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Nuvole (era Re: Debian systemd maintainer resigns due to online bullying)



gerlos writes:

 > Da quel che leggo in giro mi pare di capire che non è più tanto
 > scontato che un sistema installato da qualche parte (penso
 > soprattutto a sistemi virtualizzati) debba necessariamente “morire”
 > nello stesso “posto” in cui è stato installato inizialmente…
 > 
 > Probabilmente questa adattabilità del sistema ai cambiamenti non è
 > poi così male, se mi rende più agevole spostare un sistema da un
 > provider di hosting all’altro, per esempio.

Ci sei andato vicino.

Ti dico subito che quella di spostare la VM da un provider ad un altro
è ancora una cosa non così immediata, o almeno non sempre.

Le  VM  possono spostarsi,  questo  lo  permette un  tool  bellissimo,
libvirt, meglio se usato con qualcosa che lo render più maneggevole
(io mi divertii con OpenNebula).

In pratica succede questo: il server A ed il server B sono due
macchine fisiche opportunamente configurate (anche a livello di chiavi
di crittografica). Quando si manda l'ordine di spostare la VM da A a
B, dalla macchina A viene inviato a B lo snapshot dell'hypervisor -
che deve essere lo stesso dai due lati, almeno per quello che so io.

Se le macchine A e B accedono ad uno storage condiviso e questo
storage ospita la VM, allora in un tempo che un uomo non percepisce,
la VM cessa di lavorare su A e riprende a lavorare su B.

Quando la rete è configurata bene - non ci vuole molto, una
connessione alla VM sopravvive allegramente allo spostamento.

Se invece l'immagine deve essere inviata da A a B allora le cose
si allungano - si parla di vari minuti.

Ora può succedere che un organizzazione si crei un cloud ibrido, in
generale usa solo le sue macchine fisiche ma in situazioni di
necessità attiva/trasferisce delle VM presso un data center di terzi.

Non ho  mai affrontato  l'argomento e  quindi non so  dire se  il data
center di  terzi ospita solo VM  usa e getta o  se esistono meccanismi
più o meno laboriosi di migrazione.  Credo comunque che in questo caso
ci si possa scordare il trasferimento rapido.

Il trasferimento tra due datacenter di provider diversi è in generale
più o meno laborioso a seconda se si deve cambiare hypervisor o meno,
dato che nel primo caso potrebbe essere necessario cambiare il formato
dell'immagine.

Ho notato che virtual box e kvm ora digeriscono allegramente il
formato delle VM di VmWare. Credo che si stia andando verso la
standardizzazione col formato OVF, per cui si può far viaggiare una VM
in uno zip contenente le immagini ed un file di metadati che
descrivono le caratteristiche della VM da attivare (CPU, ram, schede
di rete e ruolo delle varie immagini).

Al momento il trasferimento da VirtualBox a kvm non è indolore a meno
che non esista un tool che converta lo XML di VirtualBox in una forma
accettabile per libvirt. Non ho indagato.

Io ho ricreato a manella la VM e mi sono trovato che il disco C è
diventato il disco D.

-- 
 /\           ___                                    Ubuntu: ancient
/___/\_|_|\_|__|___Gian Uberto Lauri_____               African word
  //--\| | \|  |   Integralista GNUslamico            meaning "I can
\/                 coltivatore diretto di software       not install
     già sistemista a tempo (altrui) perso...                Debian"

Warning: gnome-config-daemon considered more dangerous than GOTO


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