[Date Prev][Date Next] [Thread Prev][Thread Next] [Date Index] [Thread Index]

Re: CAD specialistico in Linux [OT Software Libero]



Il 29 aprile 2011 01:41, Dario <dario.java@gmail.com> ha scritto:
> Il 28/04/2011 17:23, Marco Bertorello ha scritto:
>
> Dario
>
>
> P.S.
> Con software libero intendo:
> Libero = Gratis e opensource (in qualsiasi contesto di uso
> privato/commerciale).
>
> che è errato. Il software libero può anche essere a pagamento
>
> Opensource = non sempre libero.
> Gratis = non sempre opensource.
>
> mi sa che dovresti rivederti le definizioni corrette, promulgate da FSF:
>
> http://www.gnu.org/philosophy/categories.it.html
>
> ciao,
>
> Dopo la prima risposta data, ho voluto rileggere con attenzione in base al
> consiglio che mi hai dato
> Marco.
>
> Naturalmente spero che te stesso abbia letto tutta la dicitura riportata in
> quanto citi:
>
> Software libero
> Il software libero è software distribuito in modo che chiunque ne abbia
> il permesso di uso, copia e distribuzione, in forma modificata o meno,
> gratis o a pagamento. ....
>
> Spero non ti sia fermato lì nella lettura, perché proseguendo potrai leggere
> il concetto
> è espresso in modo inequivocabile
> (http://www.gnu.org/philosophy/free-sw.it.html):
>
> L'espressione "software libero" si riferisce alla libertà dell'utente di
> eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software.
> Più precisamente, significa che gli utenti del software godono delle quattro
> libertà fondamentali:
>
> Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo (libertà 0).
> Libertà di studiare come funziona il programma e adattarlo alle proprie
> necessità (libertà 1). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
> Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo (libertà 2).
> Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i
> miglioramenti da voi apportati (e le vostre versioni modificate in genere),
> in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3).
> L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
>
> Un programma è software libero se l'utente ha tutte queste libertà. In
> particolare, se è libero di ridistribuire copie, con o senza modifiche,
> gratis o addebitando delle spese di distribuzione a chiunque ed ovunque.
> Essere liberi di fare queste cose significa (tra l'altro) che non bisogna
> chiedere o pagare nessun permesso.
>
> Bisogna anche avere la libertà di fare modifiche e usarle privatamente nel
> proprio lavoro o divertimento senza doverlo dire a nessuno. Se si pubblicano
> le proprie modifiche, non si deve essere tenuti a comunicarlo a qualcuno in
> particolare o in qualche modo particolare.
>
> La libertà di usare un programma significa libertà per qualsiasi tipo di
> persona od organizzazione di utilizzarlo su qualsiasi tipo di sistema
> informatico, per qualsiasi tipo di attività e senza dover successivamente
> comunicare con lo sviluppatore o con qualche altra entità specifica. Quello
> che conta per questa libertà è lo scopo dell'utente, non dello sviluppatore;
> come utenti potete eseguire il programma per i vostri scopi; se lo
> ridistribuite a qualcun altro, egli è libero di eseguirlo per i propri
> scopi, ma non potete imporgli i vostri scopi.
>
> Ovviamente:
>
> “Software libero” non vuol dire “non-commerciale”. Un programma libero deve
> essere disponibile per uso commerciale, sviluppo commerciale e distribuzione
> commerciale. Lo sviluppo commerciale di software libero non è più inusuale:
> questo software commerciale libero è molto importante. Si può ottenere
> software libero pagandolo o non pagandolo, ma, a prescindere da come lo si è
> ottenuto, rimane sempre la libertà di copiare e modificare il software,
> persino di venderne copie.
>
> E ancora:
>
> Quando si parla di software libero, è meglio evitare di usare espressioni
> come “regalato” o “gratuito”, perché esse pongono l'attenzione sul prezzo, e
> non sulla libertà. Parole comuni quali “pirateria” implicano opinioni che
> speriamo non vogliate sostenere. Si veda Termini da evitare per una
> discussione su queste parole.
>
> Il "meglio evitare" è perché dare l'accento a "gratuito" è riduttivo
> rispetto a quanto esprime "Libero".
> Perché potrei "regalare un software" dando anche il codice sorgente
> (opensource), ma utilizzare una licenza
> che limiti la distribuzione/modifica etc...
>
> In questo quindi, sbagliavo perché "gratis e opensource" è riduttivo :-).

:)

> Detto questo, in base al contesto di cui si parlava
> (CAD specialistico in Linux, dove Felice voleva evidenziare la natività del
> supporto a dwg piuttosto che fosse gratis o no il sw)
> visto che pur essendo scritto in modo chiaro, capita che ci siano
> incomprensioni, ho voluto rispondere con la presente in lista,
> a prescindere da cosa io pensi.
>
> Terminando, come è facile comprendere: "Il software libero può anche essere
> a pagamento"
> Significa dire che l'autore che detiene i diritti, ha distribuito tale sw
> come "Software Libero".
> Può farlo a pagamento certo, ma io che pago (es. 30 euro) sono libero di
> regalarlo gratis a chi mi pare
> o modificarlo e a mia volta rivenderlo.
> Non significa "pagamento" = devo pagare per avere il "permesso" di
> usarlo/modificarlo etc.
> Questo significherebbe "non libero".
>
> Marco, convieni che dicendo "a pagamento" è sbagliato e sia meglio dire
> "distribuito a pagamento"?

non credo che "a pagamento" sia _sbagliato_, ma effettivamente è
talmente largo che lascia spazio a diverse interpretazioni erronee.

"distribuito a pagamento", però, mi fa percepire il fatto che non stia
pagando ne il software, ne il permesso di usarlo, ma il servizio di
distribuzione.

In molti casi è effettivamente così, basti pensare a quando Stallman
vendeva copie di emacs, di fatto vendeva il servizio di distribuzione,
ma in molti altri casi no; ad esempio un mio conoscente che sviluppa
software "ad-hoc" per piccole/medie aziende e lo rilascia (solo a
loro, non su internet) come software libero, con licenza GPL, vende
proprio il software (oltre che servizi di assistenza).

Mi risulta difficile mettere sulla bilancia queste espressioni, anche
tenendo a mente il concetto di "commerciale" (che forse è quello che
preferisco usare), ma credo che vada anche valutato caso per caso, di
cosa si sta effettivamente parlando

> (Per chi volesse approfondire http://www.gnu.org/philosophy/selling.it.html)

La parte /philosophy/ di gnu.org è sempre un'ottima lettura :)

Credo che tante persone che si domandano perchè, nel "mondo linux" non
accadono certe cose o perchè ne accadono altre, potrebbero trovare
diverse risposte in quelle pagine (attenzione però: non è detto che
queste risposte piacciano ;) )

ciao

-- 
Marco Bertorello
System Administrator
http://bertorello.ns0.it

"LA GUERRA È UNA MERDA!"


Reply to: