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Re: [OT]Consigliereste Debian ad una persona che non ha mai usato GNU/Linux?



Alle 14:49, martedì 12 ottobre 2004, Valerio Felici ha scritto:
> io svincolerei il discorso 'installazione' dall'utilizzo di una
> distibuzione. l'utente tipico dell'elettrodomestico 'personal
> computer' ha poco interesse (a torto o a ragione non è questo, penso,
> l'argomento del discorso) a sapere come si installa un s.o.
> A Redmond l'hanno capito da una vita, ed hanno sempre fatto di tutto
> perchè i costruttori di hardware facessero uscire i loro
> elettrodomestici con le finestre già aperte.
> Poniamo la discussione partendo dal s.o. già installato!

bravo, proprio qui stanno i problemi.

ormai è diventato più facile ed immediato installare linux di windows.

i problemi, però, arrivano dopo, con la configurazione.
e debian, per me, è ottima per chi vuole imparare qualcosa di più del 
computer.
oppure è ottima in un ufficio, dove l'amministratore di rete gestisce 
tutta la baracca e allora è lui a configurare tutto. e meno i colleghi 
pacioccano meglio è...

ma l'utente domestico medio, quando attacca la fotocamera digitale, 
anche da linux vuole che tac! ecco l'icona sul desktop.
alla fine dell'installazione tac! la stampante stampa.

altre distribuzioni (mandrake, suse, fedora) lo fanno (nei limiti del 
riconoscimento hardware. anche windows padella spesso e volentieri).
debian no.

in debian se vuoi far funzionare la chiavetta usb devi aprire il 
terminale e modconf e carica i moduli (quali?) e poi crea /mnt/usb e 
poi metti a posto /etc/fstab e poi, forse, se tutto è andato bene, 
monti la chiavetta usb.
con mandrake... infili la chiavetta e te la legge.

insomma, quando gli amici vogliono iniziare con linux io gli metto 
mandrake.

tanto poi, col tempo, passano tutti a debian :-))))

-- 
Franco
"Certo bisogna farne di strada / da una ginnastica d'obbedienza /
fino ad un gesto molto più umano / che ti dia il senso della violenza /
però bisogna farne altrettanta / per diventare così coglioni / da non
riuscire più a capire / che non ci sono poteri buoni"       F. De André



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