[Date Prev][Date Next] [Thread Prev][Thread Next] [Date Index] [Thread Index]

Re: Scacco matto al software proprietario [lungo]



On Thu, Nov 07, 2002 at 12:35:28AM +0100, Lo'oRiS il Kabukimono wrote:
> "M.Alberto" <m.alberto@fastwebnet.it> :
> 
> diversi "principali" problemi mi saltano all'occhio
> 
> > donazioni fatte in precedenza. Questo inoltre permetterà di applicare un
> > metodo meritocratico. Gli sviluppatori più bravi, verranno finanziati
> 
> no, sarà solo troppo random, qualcuno riceve troppo o troppo poco rispetto
> a quello che ha fatto.
> così non funziona. piuttosto si raccolgono in mucchio tutte le donazioni e
> poi vengono spartite. e qui di nuovo il problema di COME spartirle.

Immagina che io e te collaboriamo per sviluppare un programma sotto
licenza gpl in egual misura. Se grazie a questo sistema io ricevo 2000
euro e tu niente, sicuramente mi sentirò in dovere di darti metà della
mia parte. E se così non facessi, tu puoi sempre decidere se continuare
a contribuire senza niente in cambio, oppure andare a collaborare in un
altro progetto. Inoltre i destinatari delle donazioni potranno essere
anche società che basano il loro business sul software libero, come la
ximian.  L'utente effettua la donazione alla ximian che a sua volta paga
i suoi dipendenti in base ai suoi contratti.

In questo momento se fai una donazione alla gnu o se compri il cd della
red hat sicuramente contribuisci allo sviluppo del software libero, ma
non sei in grado di sapere a quale progetto stai contribuendo. Donando
direttamente allo sviluppatore o alla società di software libero,
invece, puoi decidere tu chi supportare e chi no. E questo è molto più
gratificante per l'utente. Se io preferisco gnome a kde, vim a emacs,
potrò fare in modo che i miei contributi vadano solamente agli
sviluppatori di gnome e vim.

Permettetemi di correre con la fantasia. Una delle critiche che vengono
fatte al software libero è il forking. Per forking intendo n
distribuzioni incompatibili tra loro, n ambienti grafici, n editor di
testo, n ide etc. etc.  Questo accade, perché la maggior parte degli
sviluppatori lavora senza compenso. Ma se prendesse piede un sistema di
donazione *concreto* come questo, a quel punto sarebbe l'utente finale,
che sovvenziona i progetti che preferisce, a decide per tutti.  Quindi
chi sta partecipando ad un progetto che non ottiene il favore degli
utenti, può fare due cose : 1) Continuare a sviluppare il suo software
nel tempo libero. 2) Abbandonare il suo progetto e andare a contribuire
in quello che ha ottenuto il favore degli utenti. 
> 
> > Ipotiziamo una base di utenti di 5'000'000 che pagano una quota di
> > 10 euro al mese. Considerando 2000 euro come stipendio per ogni
> 
> e le convinci te 5°000°000 persone contemporaneamente?  molti non
> possono permettersi 10 euro al mese. e non pensare che faccia media
> con chi può permettersi di più.
> 
Io convinco due persone a contribuire. Queste due persone convincono
altre due persone ciascuna etc. etc. Il passaparola è un sistema
potentissimo nell'era di internet. Per quanto riguarda il fatto che
molti non potrebbere permettersi di finanziare il software libero, credo
che sia il lato migliore del sistema. In una società civile è giusto che
le fasce più deboli vengano tutelate. Questo però si ottiene
difficilmente con il software proprietario. Prendi ad esempio i paesi
poveri. E' un imperativo morale che possano accedere alla risorsa
software a costo zero. Infine prendi il totale delle risorse economiche
che vengono investite per lo sviluppo di tutto il software mondiale.
Alla fine della catena c'è sempre il singolo che paga il conto. Il
sistema del software libero è più conveniente, perché elimina due voci
molto ingombranti : il marketing e "il reinventare ogni volta la ruota"
dovuto al fatto che non sono disponibili i sorgenti. Quindi quello che
pagheremo quando ci sarà solamente software libero in circolazione, sarà
sicuramente meno di quello che stiamo pagando adesso direttamente o
inderettamente a causa del modello proprietario.

Ovviamente non possiamo aspettarci che l'utente di software proprietario
sia consapevole di questi problemi, visto che anche molti utenti di
software libero non hanno ancora compreso che free non significa gratis,
ma libero. Ecco perché c'è bisogno di un grosso lavoro di
sensibilizzazione come sta facendo la gnu.

Ciao, Alberto.
-- 
Nei requisiti c'era scritto: Windows 95 o superiore -
Così ho installato Linux



Reply to: