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OT: ogni tanto un flame fa bene :) (era Re: Traduzione dpkg)



On Mon, 1 May 2000, Thor wrote:

> > \begin{flame mode}
> 
> complimenti, bell'inizio ...
> 

Grazie, era per non essere frainteso :)

> 
> nessuno si e' lamentato su come sia stata fatta la traduzione,
> esprimevo solamente un parere personale sul fatto di tradurre in italiano
> programmi "non applicativi".
> 

Alla tua mail faceva seguito un'altra in cui si lamentava la traduzione di
un termine che adesso non ricordo in window maker... non piace come e`
stato tradotto... ci si scarica il sorgente di windowmaker, si apre con
emacs it.po, lo si corregge e lo si invii all'autore.

Comunque, dpkg/dselect cosa sono se non programmi applicativi? Tradurre
quanto appare a schermo quando si fa dpkg --help non penso sia una cosa
disprezzabile, ne' lo e` tradurre le schermate di dselect.

> questo e' un tuo parere, non un dato di fatto. Linux si e' sviluppato
> benissimo anche se e' sempre stato tutto in inglese. E non e'
> questione di essere degli "eletti", se qualcuno si spaventa davanti ad
> un menu' in inglese allora si spaventa in generale anche per il fatto
> di avere un pc davanti. A questo punto penso sia meglio se chiama un
> amico per "interventi sistemistici" e si limiti ad usare gli
> applicativi (anche questa e' una mia opinione ovviamente).
> 

Non parlo di sviluppo, chi sviluppa solitamente mastica l'inglese, come
dici anche tu piu` avanti tutti i linguaggi di programmazione sono in
inglese (forse in perl impegnandosi e con qualche modulo si potrebbe
programmare in italiano :)... qui non si parla di tradurre le librerie, di
usare apri() al posto di open(), ma di tradurre i messaggi d'errore che ti
restituiscono quelle librerie, gli help in linea, le interfacce grafiche,
ecc.

Io parlo di diffusione, e in particolare di diffusione di Linux in Italia
a qualsiasi livello, che e` lo scopo che mi prefiggo traducendo da anni
programmi e documentazione. Se Linux e gli applicativi liberi/OpenSource 
vogliono diventare un'alternativa efficace ai prodotti commerciali
equivalenti devono poter combattere sullo stesso piano... parlare la
stessa lingua di chi li deve usare.

> spero che un giorno da route --help non dovro' fare
> $ strada --aiuto
> :-D
> o
> $ percorso --aiuto

Questo mai! Ma se route --help (o qualsiasi altro programma) invece di
risponderti in inglese ti rispondesse in un *buon italiano tecnico* che
male ci sarebbe?

> 
> mi trattengo dall'entrare nel tuo atteggiamento veramente da "flame",
> purtroppo la "scuola" fidonettiana mi ha insegnato delle regole che a
> quanto vedo non sono state ereditatate da tutti gli internettiani
> (perdonami il termine tradotto :-) ).
> 

Io ripeto che la mia mail non era indirizzata a nessuna persona in
particolare, era una critica ad un atteggiamento diffuso di critica fine a
se stessa presente nel mondo informatico verso chi tenta di rendere un
sistema accessibile a tutti: a me piacerebbe dare in mano un bel sistema
Linux, gia` installato e configurato, a mio padre o a mia sorella, che non
conoscono l'inglese e loro lo possano usare nello stesso modo in cui usano
quanto c'e` nell'altra partizione del mio disco fisso.

Io lavoro per la diffusione di Linux e mi da` fastidio chi rema contro e
vorrebbe che Linux restasse un SO elitario per smanettoni.

> 
> ti avrei risposto in privato ma mi adatto alle "nuove" usanze dove tutto e'
> permesso :-P
> - non ho cambiato il subject del messaggio anche se non c'entra + nulla

L'ho cambiato io :)

> 
> ciao (sinceramente senza rancori :) )
> 

Ci mancherebbe. Le robe per arrabbiarsi sono ben altre!

> 
> NB che comunque avevo augurato un buon lavoro a chi stava facendo le
> traduzioni.

La frase c'era, ma il tono della mail era tutt'altro che benaugurante,
piuttosto qualcosa di simile (secondo la mia opinione) "per me sprechi il
tuo tempo, ma se proprio non hai niente altro da fare, allora
divertiti" :)

	Giova

-- 
Giovanni Bortolozzo   <borto at pluto.linux.it>  or   <borto at shineline.it>
        *** ITALIAN DOCS 4 LINUX : http://www.pluto.linux.it/ildp ***   
         Quando la sorte ti e` contraria e mancato ti e` il successo,
 smetti di far castelli in aria e va a piangere sul ... (Frankenstein Jr. 1975)


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