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Re: Debian KDE GNOME



On 21 Sep 98, at 22:04, Michele Dalla Silvestra wrote:

> On Mon, 21 Sep 1998, Luca Matteini wrote:
>
> > Non posso che trovarmi d'accordo nel dire che Debian ha molte
> > incoerenze nell'installazione. Installando la 2.0 su una partizione
> > nuova nuova mi sono trovato una mezza dozzina di volte a dire "ah.. ma
> > allora voleva dire che.." oppure "e se adesso volessi tornare indietro
> > di un passo?"
>
> Hai alcuni esempi di queste incoerenze?

C'è una selezione per tipologia di installazione, come workstation,
server, ecc.
Favoloso mi son detto, ma non avevo ancora visto che non potevo
sapere in alcun modo _esattamente_ quali package vengono installati,
ed il passo successivo, se richiamare oppure no dselect, mi sembra
poco chiaro.
La prima installazione che ho fatto in questo modo "automatico", su
una partizione appena inizializzata, l'ho rimossa dopo meno di cinque
minuti: usare dselect con le centinaia di packages e sorbirsi tutti i
conflitti mentre rimuovevo le cose non volute avrebbe impiegato di
più che riformattare e reinstallare.

Andiamo avanti, supponiamo a questo punto che io sia un principiante:
vuoi installare lilo? Certo, visto che uso due OS sarebbe una bella
cosa ma... oops... Linux è su /dev/hdb ed è lì che lui si installa
(problema che con Slackware non esisteva neppure due o tre anni fa).
Così mi consolo con un floppy di boot (non sapendo a che punto
riuscirò ad avere controllo sull'installazione...) e rimando a dopo
la scrittura di un lilo.conf
Perché la documentazione rimanda l'installazione di un lilo.conf
adeguato a dopo il primo boot? Leggendola sembra quasi che avere due
dischi e fare il boot dal secondo sia qualcosa di impossibile da
farsi senza prima leggere la documentazione di lilo...

La cosa più ridicola mi è comunque successa con KDE, e questo farà
felici gli utenti Debian detrattori di KDE ;))
Riesco infine ad avere installato solo quello che voglio, sistema
hamm pulito, bene.
Prendo i .deb di KDE, e li installo nel giusto ordine con dpkg,
lancio X ed ammiro il soddisfacente risultato.
A questo punto mi viene il desiderio(?) di installare qualche altra
applicazione KDE, solitamente distribuita come sorgenti da compilare.
E qui cominciano i guai: all'improvviso mi accorgo che KDE, versione
.deb, segue i "nuovi standard" per il filesystem.
Tradotto in parole semplici: tutti i file di KDE, librerie,
esguibili, risorse condivise, ecc. che per tutti gli altri packaging
di KDE sono ben organizzati un albero di directory tutto loro, qui
non lo sono più...
Quando ho visto la lista delle directory in cui erano stati
installati ho pensato con orrore di essere tornato ad un sistema
operativo che qui neppure menziono, dove i files vengono sparpagliati
ben bene su tutto il filesystem...
Dopo qualche giorno di scambi di e-mail e chiacchiere su
irc.openprojects rimuovo tutto, installo i sorgenti in .tgz, compilo
e vado con una struttura di directories finalmente "comprensibile",
alla faccia dei nuovi standard.
Giuro: io c'ho provato, ho voluto capire, ho perso giorni dicendo su
IRC "se è stato organizzato così deve funzionare", ma alla fine
volevo anche usarlo.

> Sentivo voci che volevano rimuovere (o almeno minimizzare) tutte le
> domande che fanno alcuni pacchetti all'installazione, ma non ho mai
> avuto il tempo per seguire per bene le discussioni.

No, no... la configurazione è fondamentale.
Il guaio è che all'installazione del sistema ci si trova davanti un
po' troppe domande, magari su package che nemmeno si sapeva di andare
ad installare...

Luca


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