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Re: [revisione] DPN 11



Ciao Marco,
e benvenuto nel team! :D


On Thu, Sep 09, 2010 at 11:19:28AM +0200, Marco Solieri wrote:
> Ciao a tutti,
> essendo nuovo qui, comincio con qualche semplice commento.
> 
> Il giorno mercoledì 08 settembre 2010 alle 22:07 Francesca Ciceri ha scritto:
> > Mancano però alcune cose su cui onestamente avevo dei dubbi: ad esempio
> > non ho davvero idea di come tradurre "binary compatible distribution" (ho
> > lasciato distribuzione binary compatible)
> Non credo vada inteso come una locuzione da tradurre solo per intero quindi 
> penso si possa usare "distribuzione binaria compatibile", dove per binaria si 
> intende compilata.

Per il momento mi sono attenuta al suggerimento di Giuseppe (il nostro
coordinatore) ovvero "distribuzione compatibile a livello di eseguibile".


> > ho tradotto il titolo di alcuni articoli citati (ma non so se è una
> > operazione concettuale-intellettuale accettabile, dal momento che gli
> > articoli sono in inglese).
> Se non e` disponibile una traduzione, la cosa migliore potrebbe essere tenere 
> il titolo tradotto segnalando che e` in lingua inglese con una notazione del 
> tipo:
> 	Introduzione all'universo (in inglese)

Si pensavo anch'io di fare così: credo però che inserirò direttamente una nota
a fine paragrafo del tipo:

(Nota del Traduttore: tutti gli articoli citati sono in lingua inglese)

Mi sembra più pratico che non scrivere tra parantesi vicino ad ogni titolo che
l'articolo è in inglese! :D

> Nella traduzione ci sono termini ricorrenti e non tradotti, ma che hanno una 
> traduzione italiana:
>  "changelog"    -> "registro dei cambiamenti"
>  "developer"    -> "sviluppatore" (m) o "sviluppatrice" (f)
>  "mailing list" -> "lista di distribuzione"
>  "maintainer"   -> "manutentore" (m) o "manutentrice" (f)
>  "master"       -> "responsabile"
> Forse e` consuetudine lasciare questi termini invariati?

Ecco, questo è un argomento interessante. Ora, in generale nella
traduzione nell'ambito dei programmi e degli Howto ci si attiene a questi
documenti, che ti consiglio di leggere se non conosci:
http://tp.linux.it/buona_traduzione.html
http://tp.linux.it/glossario.html

In aggiunta a questi ci sono una serie di convenzioni acquisite col tempo, che
puoi verificare leggendo le News degli anni precedenti o, in generale, i
contenuti tradotti del sito Debian.
La regola di massima usata nell'ambito dei team di localizzazione italiana è 
1. tradurre più possibile le parole inglesi (niente inutili inglesismi)
2. evitare il più possibile la forma colloquiale così in voga nella sintassi
inglese (se ne è parlato in una serie recentissima di mail relative alla
revisione del FAQ Debian) sostituendo ad essa, dove possibile, la forma
impersonale.

Tuttavia, Debian Project News rappresenta un caso particolare: è infatti, per
sua natura, un documento con una finalità differente rispetto ai soliti che
traduciamo.
Ha cioè un tono completamente diverso: di stimolo, di informazione, mira a
coinvolgere il lettore.
Questo rende necessario qualche aggiustamento: non è un freddo programma in
esecuzione che dà delle indicazioni o chiede degli input.
Ergo, la forma impersonale può alle volte cedere il passo ad un tono più
colloquiale, sta alla sensibilità del traduttore dosare bene la cosa.

Diverso il discorso per i termini inglesi da tradurre o meno: qui ci sono
alcuni termini che teniamo invariati per consentire l'uso di acronimi (DD -->
Debian Developer che viene spesso lasciato invariato, come DM --> Debian
Maintainer o DPL, DSA, ecc.). Nel numero attuale sono stata costretta a
lasciare invariato una frase intera che altro non era che la spiegazione di un
acronimo che seguiva tra parentesi: tradurla avrebbe rotto decisamente
l'armonia.

Poi c'è una mera questione di gusto: finora a tradurre DPN siamo stati io e
Giovanni Mascellani. Non so come la pensi Giovanni ma, pur essendo contraria
all'uso smodato di inglesismi superflui, sono altrettanto contraria alla
traduzione a oltranza di quegli inglesismi che sono invece entrati nella
terminologia specifica. La lingua è in continua evoluzione e in un ambito come
il nostro è bene tenerlo presente. Ergo, il termine "manutentore" mi va
stretto e ritengo che si possa usare "maintainer" tranquillamente.
Mentre non transigo su certi neologismi direttamente creati da storpiature
della lingua inglese: "settare" al posto di "configurare" per intenderci.
Ma, ripeto, è una questione di gusti.
E sono più che pronta ad uniformarmi alle decisioni della lista, dal momento
che la cosa più importante, alla fin fine è scegliere una linea editoriale e
seguirla.
Come diceva Beatrice a proposito della forma impersonale qualche giorno fa, la
coerenza nel testo - prendere una decisione circa la forma da adottare e usare
quella dall'inizio alla fine - è fondamentale.

>Abbiamo una base di 
> traduzione di questi termini specifici? 

No, a parte i due documenti citati. Ma se vuoi provare a stilarne una lista ti
segnalo, e segnalo a tutti che abbiamo a disposizione questa pagina:

http://wiki.debian.org/L10n/Italian

in cui possiamo inserire il materiale utile per la traduzione, le indicazioni,
e tutto il resto. È pensata per coordinare gli sforzi, per indirizzare chi si
avvicina alla traduzione e per inserire documenti e link. Quindi sentitevi
liberi di inserirvi le informazioni che pensate possano tornare utili.
Per modificarla - o creare sottopagine - dovete crearvi un account sul wiki e
il gioco è fatto. 

> Sempre parlando in generale, nel documento le cifre hanno come separatore 
> delle migliaia la virgola, mentre in Italia usiamo il punto.

Hai ragione, passo a correggere.
> 
> > donne impegnate nella traduzione dei template debconf o delle
> > descrizioni dei pacchetti
> traduzione dei modelli debconf

Giusto.

> > e` stato chiamato per aiutare nell'eseguire il debug di GRUB2
> e` stato chiamato per aiutare al/alla debugging/correzione di GRUB2

Giusto.


Grazie per la revisione,
Francesca


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