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Re: dis-informazione su linux



La recrudescenza degli attacchi in rete (di cui
spesso gli utenti sono totalmente ignari) dopo
l'avvio della "Operazione Speciale" russa in
Ucraina, dimostra la necessita' di potenziare
ad ogni livello la sicurezza della rete.
Anche a favore degli utenti un po' tonti :-)
Quindi un serio sistema operativo deve essere
in grado di essere difendibile da attacchi
informatici che ormai arrivano da tutte le direzioni.

E non si tratta di una rincorsa, dato che i piu'
sensibili alla debolezza informatica e' proprio
il settore opensource, che non di rado "precede"
aziende privati (e anche militari ...), altro
che "rincorsa".

Lei, piu' che "niubbo" di Linux e open source,
e' "niubbo" di sicurezza informatica, che ci tocca
tutti. Dall'uso del home banking alla protezione
della propria identita', dalla diffusione di carte
sanitarie e digitali e alla firma digitale. Lei
piu' scegliere la prassi italica del "fidarsi"
di quello che fanno dei perfetti sconosciuti,
senza possibilita' di verifica indipendenti, oppure
accedere a software di cui sono disponibili i
sorgenti (sa cosa e' un "sorgente" ?) e che quindi
ci sia almeno la possibilita' teorica che parti
indipendenti vadano a metterci il naso per vedere
se fa cio' che viene promesso (e solo cio' che
viene promesso).

Riguardo al fatto che la crittografia e' al servizio
(NON esclusivo, lei sbaglia se lo pensa) di
transazioni finanziarie e segreti militari non significa
che e' il "male" (a parte il fatto che se avete un
conto corrente in banca e usato l'home banking, forse
la crittografia tanto male non fa, oppure, dopo
l'aggressione russa, dovreste anche non essere cosi'
contro i militari, salvo vi piaccia essere comandati
da un soldato che arriva con mitra in braccio da
altra nazione).

Lei sa che quando va dal dentista, lui ci guadagna.
Eppure, non per questo smette di andarci quando
le serve. E se un martello viene usato per fare
violenza, non di meno, resta uno strumento utile
e valido per gli usi "civili". Cerchiamo di non
farci prendere troppo il naso dalla fallaccia di
un certo tipo di propaganda che pare abbia preso
piede sui social.

Riguardo al volontariato, credo che la sua difficolta'
sia quello di concepire che la possibilita' di grandi
cambiamenti nella propria vita. In Italia c'e' questo
modello per cui uno sogna di trovare un posto di
lavoro fisso ideale da subito e poi tenerselo fino a
pensionamento. Ergo, con questa logica, chi fa
volontariato dovrebbe farlo per tutta la vita. O niente.
In realta', uno fa volontariato per alcuni anni, dando
molto alla comunita', poi l'interessa o la voglia scema,
e magari si fa assumere proprio nell'ambito posto fisso
sognato dall'italiano medio.

E' cosi' che l'open source funziona (sul lato dei
volontari), c'e' un continuo ricambio. Tra l'altro
il volontariato non e' pura rinuncia, perche' le
competenze acquisite e verificate da aziende blasonate
portano anche all'ambito posto di lavoro fisso.
E appena uno e' "stanco" di regalare, deve solo
firmare e' rientra nel binario convenzionale di chi
lavoro per uno stipendio fisso.

Ma le aziende che interesse avrebbero per finanziare
l'open source ? Si da' il caso che l'open source non
rincorre, bensi precede, e chi e' tagliato fuori dallo
sviluppo, non puo' influenzarlo (in direzioni a lui
favorevoli) ne essere pronto a produrre software in
grado di interagire in modo ottimale con l'open source,
dando spazio ai concorrenti. Non si dice:
"Se non puoi combatterli, unisciti ?".
Alcune aziende hanno tentato di sopprimere l'idea
dell'open source. E hanno fallito. Cosa resta loro
se non "unirsi" ?

Un ultima cosa: "open source" per alcuni e' una
ideologia (lei ?) ma in realta' e' solo un approccio
per produrre software migliore perche' verificabile.


On 24/07/2022 16:19, Luca Alzetta wrote:
Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che trovo strano dell'open source e non completamente innocente, è la rincorsa (dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. Tento di spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di cifratura, protocolli https, firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle transazioni finanziarie o dei segreti militari, trovo strano che un mondo di volontari spenda tante energie per adeguarsi a questi standard di cui non dovrebbe fregar niente a nessuno che non abbia niente da nascondere a nessuno. Perché Canonical, tanto per fare un esempio, dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo sistema operativo senza guadagnarci niente? Perché ci sono dei volontari che lavorano gratis a realizzare una suite come openOffice che, a mio modo di vedere non ha niente da invidiare a Microsoft Office? Chi è dotato di tante competenze da essere in grado di sviluppare un CAD come FreeCAD e può renderlo disponibile gratuitamente a tutto il pianeta? Vi ripeto, sono ignorante come una capra in materia ma cerco di capirci qualcosa.

In fondo è come scrivere un libro, daccordo la cultura dovrebbe essere disponibile gratuitamente a tutti ma non la può mica pagare uno solo (o pochi), non vi pare?

Il 24/07/22 12:57, valerio ha scritto:


Il 24/07/22 12:05, Luca Alzetta ha scritto:
Salve, potresti inviarci la tua risposta, i dettagli filosofici dell'open source non mi sono mai stati chiari e tecnologicamente parlando sono una capra. Però a pelle il mondo LINUX mi stà simpatico, quello che detesto è l'informatizzazione di massa.

l'articolo non è on-line...

la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po' di rabbia):

"Linux è un sistema operativo definito "open source".
un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono all'essere umano di interagire con una macchina, la differenza fra opensource e proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello che il sistema fa ed eventualmente modificarlo. Linux è gratis, non devi pagare nessun diritto a nessuno per poterlo utilizzare puoi completamente cambiarlo a tuo piacimento. I sistemi proprietari non permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di quello che succede, molti hanno dei comandi nascosti (backdoors) come porte di servizio accessibili anche in linea, attraverso cui i proprietari possono vedere, cambiare quello che succede sulla tua macchina (smartphone, desktop o laptop). Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non risulta, nessuno deve pagare dei diritti per usare il sistema operativo. Penso che non sappia cosa sia un sistema operativo opensource, che a me sembra proprio un buon esempio di bene comune. Esistono delle Communities appunto che si occupano di gestire i possibili difetti del sistema e provvedono a correggerli. Gli utilizzatori solitamente e compatibilmente alla loro capacità contribuiscono a migliorarlo.

...

valerio


Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:
buongiorno a tutti,
su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di Edouard Jourdain che cita:


"Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli utilizzatori la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una linea improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello in un ambiente economico ostile, come testimonia l'esperienza di Linux - sistema operativo nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i principi del software libero - ormai diventato per il 90% di proprietà di imprese capitaliste."

Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di cosa sia l'opensource.

qualcuno ha dei commenti da fare?

valerio







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