On 08/04/21 22:14, Alessandro Rubini wrote:
Mi piacerebbe sapere cosa penseranno di noi fra qualche centinaia di anni: per cose di poco valore noi arriviamo a lavorare gratis rubando tempo a tutto il restoGia`. Noi del software libero. Non serve aspettare tanto, ho gia` colleghi e clienti che mi trattano da coglione (ma poi gli serve il mio aiuto, ogni tanto). Ho imparato a riconosceli, ma non so come difendermi. Dai colleghi e` piu` facile che dai clienti, comunque.
forse non mi sono spiegato bene.Io intendevo l'uso di tanti strumenti come i social, dove chi si iscrive fornisce dati diretti/indiretti, fornisce attività "lavorative" (usare i social è "lavorare" per quel social), ... tutto per avere in cambio un qualcosa di irrisorio, che potrebbe essere fatto con altro.
Se invece intendi partecipare direttamente/indirettamente "al software libero" il discorso, secondo me, cambia completamente (poi si potrebbe disquisire su alcuni progetti e alcune licenze). Si sta aiutando a migliorare il mondo, si sta partecipando a qualcosa di complesso e si acquisisce esperienza/competenza.
Poi c'è anche il discorso che alcuni considerano il software libero come qualcosa di negativo, inusabile, ... e quindi trattano male chi lo propone. Io ho notato che a lungo andare le persone poi tendono o ad apprezzare che ci sia qualcuno che li sappia aiutare quando non sono in grado di risolvere dei problemi con il "software" che loro usano e altri diventano indifferenti e non più ostili nei tuoi confronti.
Ciao Davide -- I lati oscuri del secure boot: https://www.fsf.org/campaigns/secure-boot-vs-restricted-boot/whitepaper-web Petizione contro il secure boot: https://www.fsf.org/campaigns/secure-boot-vs-restricted-boot/statement GNU/Linux User: 302090: http://counter.li.org Non autorizzo la memorizzazione del mio indirizzo su outlook