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Re: votazione dei DD per la scelta del sistema init



Il Fri, 17 Oct 2014 22:34:24 +0200, Davide Prina ha scritto:

> On 17/10/2014 21:34, Alessandro Pellizzari wrote:
>> Il Fri, 17 Oct 2014 19:50:46 +0200, Davide Prina ha scritto:
>>
>>> https://www.debian.org/vote/2014/vote_003
> 
>> A me sembra che sia ora che Debian spezzi lo sviluppo tra desktop e
>> server.
> 
> invece, per me, questo sarebbe uno sbaglio.

Sì, ma sarebbe meglio che avere un solo sistema di init che gestisce 
decine di pezzi lowlevel.
 
>> systemd ha ancora troppi problemi e instabilità per essere usato su un
>> server,
> 
> su questo non posso dire nulla, se non che sul sito di systemd ci sono i
> link ai pacchetti di systemd di varie distro e non mi sembra (quando
> avevo guardato tempo fa) che ci fossero dei bug critici o che facessero
> vedere problemi importanti e di instabilità

Negli ultimi mesi ho letto di parecchie persone a cui non faceva nemmeno 
più il boot per "eccesso di parallelismo". Tipo non chiedere la password 
per il fs crittato prima di montare partizioni lì dentro, o scrivere file 
in directory che erano mountpoint ma il cui fs viene montato in ritardo.

Insomma, introduce già a init1 una indeterminazione che sul desktop può 
essere una seccatura. Su un server significa aprire un ticket da qualche 
centinaio di euro.
 
> Quindi, se non erro, attualmente in Jessie è possibile usare Gnome3
> senza systemd... se si rimuove systemd e si installa altro rimuove
> alcuni pacchetti di gnome, ma poi dovrebbe essere possibile
> reinstallali.

Sì, mi sono letto buona parte della discussione sulla ml di Debian che 
hai linkato. Per ora Gnome funziona con degli shim.

La risoluzione è però per garantire la possibilità che in futuro continui 
a farlo, non per vietare systemd o non metterlo come default.

Cosa impedirebbe a Gnome, dopo essere stato adottato da Debian e da altre 
distro, di aumentare la dipendenza da systemd tagliando fuori tutti gli 
altri init?

In pratica vorrebbe mantenere la libertà di scelta.

C'è anche il "piccolo" problema di Debian-BSD...
 
>> Tra le due proposte che riporti, io andrei sulla 1, ora come ora.
> 
> ma i rischi che ho riportato non ti spaventano?

No. Nel momento in cui garantisci la pluralità significa che o l'upstream 
o il maintainer devono farsi carico di verificare che il pacchetto che 
stanno preparando funzioni con diversi init. È lavoro un più, 
sicuramente, 
ma garantisce la pluralità.
 
> secondo me systemd è qualcosa di nuovo che va studiato un po' prima di
> dire che è "bene" o "male".

Sono d'accordo con te, per questo sono d'accordo col punto 1.
È troppo giovane, non ha una base di test decente, stanno ancora 
introducendo backward breakages, non hanno un'API stabile.

Per questo voglio che, come utente, mi sia garantita la possibilità di 
installarne uno diverso. Se quello non va, lo cambio.
Magari rinuncio a qualche software (Gnome3 e altri 3-4 pacchetti per 
ora), 
ma magari non mi servono (su un server, appunto), e preferisco che il 
boot impieghi 30 secondi invece di 15 ma che sia prevedibile.
 
> Molte critiche che leggo, tra cui le tue, mi sembrano un po' la stessa
> cosa di quando Linus buttò fuori le prime versioni di Linux:

Ma nessuno si sognava di usare Linux 0.2 su un server. :D

> un'accozzaglia che tendeva ad inglobare tutto al suo interno, al
> contrario di un microkernel, ritenuto da molti come l'unico modello
> fattibile e usabile.

Non ce l'ho con systemd. Per alcuni versi sono anche contento che esista 
(definire un'API standard per sospensione, tasti aggiuntivi sulla 
tastiera, un bus di sistema, ecc. ecc.) e spero lo sviluppino bene.

Il problema è che è troppo giovane per "dargli in mano la macchina".

E la fama dei suoi sviluppatori non è che sia la migliore del mondo per 
quanto riguarda la stabilità e la volontà di correggere i bug...

Bye.



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