Re: Aritcolo : "Debian sta morendo"
Davide Corio ha scritto:
Il giorno ven, 18/04/2008 alle 22.01 +0200, Jinko ha scritto:
Ragazzi ho letto questo articolo:
http://mondolinux.netsons.org/2008/04/17/debian-sta-morendo/
qualcuno ne sa qualcosa di più ?
Più che delle politiche Debian mi preoccuperei maggiormente di tutte le
centinaia di utenti Debian che ogni giorno migrano ad Ubuntu :)
Debian, volendo restare il più possibile democratica in ogni scelta che
fa, deve per forza far uso di complesse procedure "burocratiche" al fine
di organizzare il lavoro.
E' semplicemente il prezzo da pagare per poter funzionare.
Certo, tutto sarebbe più semplice con un "despota illuminato", ma visto
che ognuno pensa di poterlo essere, 5000 (a dir poco) despoti illuminati
sono uguali a 5000 persone normali... e si ricomincia daccapo a dover
fissare delle regole!
L'orizzonte del software libero, e di linux in particolare, sta
fortemente cambiando, è vero: le imprese si stanno sempre di più
avvicinando ad esso, ovviamente per questioni economiche, portando molti
vantaggi in senso di interoperabilità e diffusione dei prodotti liberi.
Ben vengano dunque imprese come Canonical, Red Hat, addiritura Microsoft
che assumono ed assumeranno (o potranno assumere) sempre più un ruolo
fondamentale per molti di questi progetti/prodotti.
Ma è altresì importante che progetti come Debian continuino ad esistere
e a svilupparsi, magari in parte più lentamente degli altri (anche se in
realtà per Debian solo le nuove release sono lente, ma non si può dire
certo che Debian non sia costantemente al passo con gli sviluppi del
software libero!) perchè in ogni caso - soprattutto in situazioni di
crisi economiche (penso al 2001, alla fine del boom IT) - saranno loro a
poter trainare il software libero, proprio perchè slegate da logiche
strettamente economiche/finanziarie.
Non sono un radicale o fautore del software libero, anzi dico:
1. grazie alle imprese private per l'interesse che stanno mostrando nel
software libero e del vantaggio economico che ne stanno traendo (che è
un vantaggio virtuoso per tutta la nostra comunità)
ma dico anche:
2. grazie a Debian e a tutte quelle comunità che intendono restare
slegate dalle imprese private per la sicurezza che nel medio/lungo
periodo ci offrono.
Debian non sta morendo, sta come è logico subendo la concorrenza -
concorrenza che è sempre positiva (ad esempio prevedere una roadmap per
le release è comunque importante per organizzare il lavoro - come per
ogni progetto che si rispetti) - ma non morirà di certo a causa di essa,
proprio perchè la sua struttura organizzativa non è legata al mercato
economico.
L'unica "ragione di morte" di Debian possono solo essere le lotte
interne: per questo esistono, sono state costituite, e devono
costantemente essere adattate (e discusse) le regole che la governano.
(IMHO)
enjoy, ;)
giopas
--
"The paradigm of competition is a race: by
rewarding the winner, we encourage everyone
to run faster. When capitalism really works
this way, it does a good job; but its defenders
are wrong in assuming it always works this way.
If the runners forget why the reward is offered
and become intent on winning, no matter how, they
may find other strategies--such as, attacking
other runners. If the runners get into a fist
fight, they will all finish late."
(GNU manifesto/R. Stallman)
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