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Contro i brevetti sul software



Un po' lunga ma merita... non si può prevettare cose come l'orinamento
alfabetico... bè.. con queste nuove leggi VOI non potrete più ordinare
un elenco alfabeticamente se non pagandone i diritti d'autore !!!!
http://no-patents.prosa.it/brevetti/
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Title: Contro i brevetti sul software
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Contro i brevetti sul software

Immagina se per ogni algoritmo che usi in un tuo programma rischi di essere citato in tribunale

Alessandro Muzzetta
Michelangelo Altamore

Catania, 1 giugno 1999


Con questo documento intendiamo portare all'attenzione di tutti coloro i quali si occupano nel campo dell'informatica di sviluppo di software, insegnamento o ricerca, un problema che, se non affrontato e risolto tempestivamente, potrebbe portare a conseguenze deleterie. Presentiamo in seguito una breve sintesi del problema rimandando per riferimenti, chiarimenti e approfondimenti agli indirizzi Internet che via via forniremo.

In sintesi

Fino ad ora in Europa i programmi sono tutelati dal solo copyright, che consiste nel riconoscere alle software house la proprietà intellettuale del programma (codice oggetto) e della relativa implementazione (codice sorgente). Questo consente alle software house di proteggersi contro la distribuzione/copiatura illegale e dalla contraffazione. In altre parole il copyright viene applicato al codice col quale il programma è stato implementato ed al file eseguibile dall'elaboratore elettronico, mentre non si possono vantare diritti di proprietà circa gli algoritmi e teorie matematiche su cui il programma è basato o sulle tecniche di implementazione adottate.

Ebbene, nonostante questo a molte persone ragionevoli pare più che sufficiente, la Commissione europea su iniziativa del commissario Mario Monti, ha proposto l'introduzione in Europa del brevetto su programmi informatici. Questo vuol dire che la ditta produttrice di software non avrà più solo i diritti esclusivi sul programma ma anche sugli algoritmi e tecniche software in esso impiegate.
Nel comunicato della Commissione del Consiglio al Parlamento europeo, avente per sottotitolo "Promuovere l'innovazione tramite il brevetto" la Commissione a pag. 2 identifica come azione urgente:

"Brevettabilità dei programmi informatici: preparazione di una proposta di direttiva basata sull'articolo 100 A del trattato CE."

La Commissione intende presentare una direttiva per l'introduzione di brevetti sul software ai paesi membri della Convenzione di Monaco nei prossimi mesi. L'intero documento del comunicato al Parlamento europeo è reperibile in lingua italiana al sito dell'Ue.

Riteniamo fermamente che un'eventuale approvazione di tale proposta rappresenti un grave pericolo per il mondo accademico informatico e matematico, programmatori indipendenti, per le comunità di Free Software / Open Source nonché per le ditte produttrici di software medio-piccole.

Per conoscere velocemente le motivazioni che sono alla base di questa convinzione Vi invitiamo a consultare i seguenti siti della campagna contro i brevetti sul software in Europa:

Se si è già a conoscenza del problema e si vuole impedire che in Europa si possano brevettare algoritmi e concetti matematici, saltate al par. 9 per sapere cosa si può fare per impedirlo.

Per chi è allo scuro di questa faccenda introduciamo di seguito una schematica presentazione del problema.


Indice

  1. La legge attuale sul software in Europa
  2. La proposta della Commissione europea
  3. Perché il sistema dei brevetti non è adatto al software
  4. Comunità accademica e programmatori contro i brevetti software negli USA
  5. Il pericolo per la comunità accademica e Free Software in Europa
  6. Il pericolo per programmatori indipendenti e software house
  7. Il fenomeno delle "Litigation Companies"
  8. Esempi di brevetti sul software
  9. Cosa si può fare

1. La legge attuale sul software in Europa

La posizione attuale dell'Ue in materia di programmi informatici, è regolata dall'articolo 52(2)(c) della Convenzione sul brevetto europeo (EPC), il quale esclude da brevettabilità teorie scientifiche, computazioni matematiche, atti mentali, rappresentazioni di informazioni, etc... e, in particolare, i programmi informatici, ritenuti non brevettabili in quanto tali.

Le ditte produttrici di software hanno però diritto a far valere la loro proprietà intellettuale sui programmi (e non sugli algoritmi di cui si compongono). Il software è cioé protetto da copyright, similmente a quello che accade per le opere letterarie e musicali.

Questo permette alle ditte software la protezione dalla distribuzione/copiatura illecita e dalla contraffazione. Il copyright attribuisce la paternità dell'implementazione del programma e non degli algoritmi in sé.

2. La proposta della Commissione europea

La Commissione propone agli stati membri della Convenzione di Monaco di "depennare i programmi per elaboratore dall'elenco delle invenzioni non brevettabili".

Con l'introduzione del brevetto software non è più il solo programma ad essere tutelato bensì si hanno diritti esclusivi sugli stessi algoritmi che ne sono alla base. Questo sistema è stato da tempo introdotto negli Stati Uniti (a detta di alcuni, sotto pressioni da parte di grosse aziende software) con forti e aspre polemiche da parte di moltissime personalità indipendenti e autorevoli operanti nel campo dell'informatica (vedi par. 4).

Vi invitiamo a prendere lettura della proposta della Commissione.

Le motivazioni addotte dalla Commissione non appaiono basate su uno studio serio del problema. Dal comunicato traspare una carenza di conoscenze specifiche in materia informatica, con cui sono spiegabili le conclusioni ingenue e semplicistiche alle quali la Commissione perviene. Le motivazioni sostenute si basano sul presupposto che in Europa non ci sono normative "in materia di invenzioni connesse ai programmi informatici (...) mentre negli Stati Uniti e in Giappone i programmi per elaboratore elettronico possono essere protetti mediante un brevetto". Attraverso un uso improprio del verbo proteggere, in questa frase (in cui con il termine programma viene implicitamente indicato anche il termine algoritmo) si intende dire che: in Europa sarebbe auspicabile avere diritti esclusivi e duraturi nel tempo sul software prodotto, algoritmi e tecniche implementative comprese, similmente a quello che accade negli Stati Uniti e in Giappone. (Quest'ultimo, tra l'altro, ha recentemente introdotto il brevetto sul software solo dopo forti pressioni americane).

È sconfortante notare che l'intenzione di adeguarsi alle norme statunitensi non nasce dal fatto che si ritiene il copyright insufficiente per la tutela del software, ma dal fatto che ci si vuole semplicemente adeguare al modello americano, senza studiarne i possibili effetti. Non vengono nemmeno sfiorate le conseguenze negative che il progresso informatico potrebbe subire a causa del fatto che chiunque brevetti il suo programma possa esercitare diritti esclusivi e duraturi nel tempo (leggi monopolio nel caso di grosse ditte software) su algoritmi e tecniche di implementazione di qualunque tipo.

Ciò che veramente stupisce è che vi siano prese di posizione così decise e sicure senza che siano state prese in considerazione le opinioni di chi opera in materia. Si dice addirittura che "...negli Stati Uniti importanti progressi sono stati compiuti alla fine degli anni '80 con l'introduzione della possibilità di depositare rivendicazioni in merito a programmi in quanto tali ("program product claim") ", proprio quando da molti anni autorevoli e indipendenti personalità del mondo informatico USA continuano a giudicare apertamente, in modo assolutamente negativo, il fenomeno del brevetto software e anzi in ciò vedono chiari sintomi di involuzione, altro che "prassi più liberale" statunitense!

La Commissione, però, attribuisce all'introduzione dei brevetti il merito dei progressi che si sono avuti negli ultimi anni. In realtà, il mondo dell'informatica non ha mai avuto una scarsità di innovazione, e ciò grazie, in primo luogo, alla libera circolazione delle informazioni. Dunque, il brevetto, che secondo la Commissione dovrebbe promuovere le innovazioni, non solo si rende superfluo, ma come si vedrà meglio in seguito, costituisce un impedimento a tale scopo.

3. Perché il sistema dei brevetti non è adatto al software

Il brevetto è uno strumento che serve ad attestare la paternità di un'invenzione e ne determina, entro certi limiti di tempo (20 anni; articolo 63 EPC), l'esclusività dello sfruttamento economico.

Questo strumento sembra inadatto ad algoritmi e tecniche software elementari.

Un algoritmo può essere visto come un processo mentale; un'idea. Dunque l'articolo 52 dell'EPC lo esclude da brevettabilità esplicitamente, assieme a computazioni matematiche, scoperte scientifiche, lavori estetici, etc...
Riguardo le tecniche software, generalmente esse non sono altro che combinazioni o estensioni di tecniche elementari, spesso usate da tempo dalla comunità informatica e quindi non soddisfano i requisiti di novità richiesti dall'articolo 54 dell'EPC.

Il brevetto su un algoritmo assegna al solo proprietario l'uso dell'algoritmo. Chiunque voglia usare tale algoritmo dovrà avere il permesso del proprietario, che si ottiene pagando i diritti. I trasgressori rischiano di essere citati in tribunale e pagare somme ingenti al proprietario per danni, nonché spese legali.

Si immagini la situazione se, per un periodo di 20 anni, algoritmi e concetti come i seguenti fossero stati brevettati e preclusi alla comunità informatica:

  • il B-Tree di Bayer e McReight
  • l'albero di Huffman
  • il file system gerarchico di Multics
  • l'interfaccia grafica di Smalltalk
  • etc..

Fortunatamente queste tecnologie sono state sviluppate prima che in USA fosse comune il brevetto di algoritmi. Da molti anni però negli USA si sta assistendo a condizionamenti della comunità informatica i cui effetti in pratica impediscono il normale progresso e la diffusione delle conoscenze in materia.

4. Comunità accademica e programmatori contro i brevetti software negli USA

Negli Stati Uniti, sin dal 1991, esiste la League for Programming Freedom (LPF), un'associazione di programmatori e accademici, tra i cui soci figurano: Donald Knuth (Stanford), Gerald Sussman (MIT), John McCarthy (Stanford, inventore di Lisp), Robert Boyer (algoritmo Boyer-Moore), Marvin Minsky (MIT, pioniere di AI), Harold Abelson (MIT), Guy Steele (Thinking Machines), Richard Stallman (FSF, progetto GNU), David Korn (Bell Labs, autore di Korn Shell), Philip Zimmerman (autore di PGP).

L'LPF, in un articolo titolato "Against Software Patents" (CACM, Jan. 1992) presenta la sua netta opposizione ai brevetti sul software e ne chiede l'abolizione.

Donald Ervin Knuth, nel suo libro The Art of Computer Programming (Vol. 3), accenna al fatto che alcuni degli algoritmi di ordinamento studiati nel libro sono brevettati e avverte il lettore che con l'uso di tali algoritmi, senza il consenso dell'inventore, potrebbe incorrere in problemi legali.
In una sua lettera del 1994, all'ufficio brevetti USA, il professor Knuth presenta chiaramente i motivi che rendono i brevetti su algoritmi e tecniche software dannosi al futuro progresso dell'informatica. Inoltre, rivela che se brevetti software fossero comuni già nel 1980, non avrebbe potuto scrivere il programma TeX.

Altre persone/gruppi che si sono espressi contro i brevetti sul software sono Oracle Corp., Adobe, Autodesk, Mitch Kapor (fondatore di Lotus), Dan Bricklin (coautore del primo spreadsheet per PC, VisiCalc).

In un sondaggio condotto da Pamela Samuelson (University of Pittsburgh), Michel Denber (Xerox) e Robert Glushko (Hypertext Engineering, Pittsburgh) al SIGGRAPH del 1991, appare evidente che programmatori e accademici non vogliono brevetti sul software, né i copyright sulle interfacce dei programmi (il cosiddetto "Look and Feel").
I risultati del sondaggio sono pubblicati in un articolo di CACM (June 1992). In conclusione gli autori identificano un fatto grave: l'opinione dei legislatori in materia di brevetti e quello dei diretti interessati (programmatori) è in netta divergenza.

Infatti, i maggiori sostenitori di brevetti sul software sono avvocati di brevetti e manager di grosse compagnie con una raccolta vasta di brevetti: in sostanza poche persone, ma che hanno dalla loro parte capitali dell'ordine dei miliardi di dollari.

5. Il pericolo per la comunità accademica e Free Software in Europa

Nella comunità accademica è costume sviluppare programmi come parte di uno studio di ricerca o a scopo didattico e distribuire tali programmi al resto del mondo. Internet rende questo più facile.

La non brevettabilità dei programmi informatici ha permesso lo sviluppo in Europa di progetti software come il World Wide Web (CERN), Linux, Secure Shell (SSH), K Desktop Environment, etc...
L'Europa è stata in questo modo facilitata a colmare il divario con gli Stati Uniti, dove i brevetti software non consentono la libera utilizzazione delle idee. Questo implica che negli Stati Uniti programmi che circolano liberamente in Europa (come SSH) non possono essere utilizzati, perché fanno uso di algoritmi brevettati.

In seguito sono riportati alcuni esempi di brevetti software che stanno impedendo il libero progresso dell'informatica.

Un recente brevetto della Intermind rischia di compromettere le attività del W3 Consortium (W3C), il gruppo responsabile per gli standard che governano il Web.

MIT e altri membri dell'X Consortium sono già stati accusati dalla AT&T di aver violato un brevetto, per una tecnica di programmazione elementare usata nell'X Window System. Si legga il comunicato dell'MIT in proposito e su come i brevetti sul software negli USA stanno impedendo il libero progresso dell'informatica in ambiente accademico.

Due documenti interni della Microsoft, ormai famosi come "Halloween Documents", descrivono come la Microsoft intende, per motivi di predominio commerciale, ostacolare i progressi della comunità di Free Software, in particolare il progetto Linux; leggete l'articolo della CNN per sapere i dettagli della vicenda. Tra le opzioni considerate c'è l'uso di brevetti sul software (Microsoft ne possiede un grande numero) per accusare di violazione e intentare causa contro distributori e programmatori Linux. È significativo notare che i programmatori Linux sono studenti universitari o programmatori indipendenti di ogni parte del mondo che non hanno alcun modo di difendersi in quanto non formano persona giuridica e quindi non possono far valere le proprie ragioni di fronte a colossi commerciali quali Microsoft & C.. Se in Europa, grazie all'eventuale approvazione della proposta sui brevetti software, si concedesse il diritto a rivendicazioni ("program product claim") di tecniche usate in programmi Free, per software come Linux sarebbe la fine.
Si dovrebbe riflettere ricercando quali sono i veri motivi che spingono solo alcune tra le più grosse compagnie mondiali ad avere interesse al brevetto del software.

Recentemente un programmatore tedesco, Helmut Dersch, è stato contattato dai legali di Interactive Pictures, per avere messo a disposizione del pubblico un programma Free di grafica panoramica (PanoTools), giudicato dalla Interactive troppo simile ad un loro programma commerciale.
La richiesta dei legali comprendeva il ritiro immediato di PanoTools dalla distribuzione pubblica ed un risarcimento in denaro alla Interactive stessa. Si noti che Dersch ha sviluppato PanoTools indipendentemente, senza alcuna violazione di copyright. Il suo programma viene anzi considerato dalla comunità internazionale di Realtà Virtuale, come una grande contribuzione.

È chiaro che se la proposta della Commissione europea sarà approvata, si darà a compagnie come la Interactive Pictures una base legale per procedere contro Helmut Dersche ed altri come lui. Accadrà che programmatori e studenti universitari rischieranno di violare un brevetto con ogni algoritmo che usano in un loro programma.

6. Il pericolo per programmatori indipendenti e software house

Nei paesi in cui vige il brevetto software, accade spesso che grandi software house, le quali possiedono migliaia di brevetti software, per non nuocersi a vicenda si scambiano i diritti per l'uso dei brevetti di cui hanno bisogno, negando a terzi i diritti all'uso di tali tecniche brevettate. Così facendo viene bloccata di fatto ogni concorrenza. In questo modo, inoltre, evitano di vedersi intentate cause per violazione di proprietà intellettuale e concorrono a mantenere saldamente l'oligopolio sul software.

Compagnie come l'IBM, la Microsoft, Sun Microsystems, etc..., ogni anno brevettano centinaia di tecniche software. Il loro scopo principale è quello di brevettare una tecnica prima che lo faccia il concorrente. Per rendersi conto della natura di queste "invenzioni" saltate al par. 8.

7. Il fenomeno delle "Litigation Companies"

Grazie alla legge vigente negli USA, sono in quel paese nate compagnie la cui unica e sola attività consiste nel brevettare algoritmi e tecniche software largamente conosciute ed utilizzate presso la comunità informatica. Tali compagnie sono conosciute con il significativo nome di "Litigation Company". Infatti dopo l'assegnamento o l'acquisto di un brevetto per l'uso di tali tecniche queste compagnie vanno a ricattare, sotto la minaccia della citazione in tribunale, ingenti somme di denaro a software house piccole, medie e grandi senza risparmiare autori di Free Software e programmatori indipendenti.

In altri casi, software house intentano una causa contro ditte concorrenti o grandi compagnie software. La ditta incolpata si trova così, oltre a dover affrontare onerose spese legali, in una condizione di incertezza che non le consente il normale proseguimento delle proprie attività. Questa situazione, a per il lungo protrarsi del procedimento giudiziario, causa spesso il fallimento della stessa. Esempi di ciò si trovano all'indirizzo http://www.base.com/software-patents/disputes.html.

Alcune "Litigation Company" sono: Intermind, Refac e Cadtrack.

8. Esempi di brevetti sul software

Per dare un'idea concreta di quello di cui si sta parlando forniremo qualche esempio di brevetti software emessi dall'ufficio brevetti USA. Alcuni sono noti, altri sono presi da un campione. Un database estensivo di brevetti (software e non) è disponibile al sito brevetti dell'IBM, dal quale prevengono i seguenti esempi.

Avvertiamo che questi brevetti sono redatti da avvocati di brevetti per avvocati di brevetti e di conseguenza il loro testo non è facilmente comprensibile a tutti.

Ecco cosa l'ufficio brevetti USA considera invenzioni (e non c'è niente che lasci supporre che l'ufficio brevetti europeo agisca diversamente, cioè non li consideri tali):

  • US5175857: System for sorting records having sorted strings each having a plurality of linked elements each element storing next record address.

    In poche parole: quicksort per ordinare una linked list. Il brevetto è stato assegnato alla Toshiba nel 1992.

  • US5251165: Two phase random number generator.

    Con questo si brevetta un generatore che usa come seed per generare il successivo numero random, il numero random ottenuto nell'iterazione precedente. Emesso nel 1993.

  • US4555775: Dynamic generation and overlaying of graphic windows for multiple active program storage areas.

    Rilasciato nel 1985, questo brevetto attribuisce alla Bell Laboratories l'invenzione di backing store per salvare su disco parti di una finestra coperta da una o più altre finestre, in un sistema grafico.

    Il lavoro di Robert Pike della Bell Labs (a cui fa riferimento il brevetto) era molto più specializzato, ma il brevetto è così generale da coprire qualsiasi implementazione di interfaccia grafica con finestre multiple.

    La tecnica di backing store già usata nell'MIT Lisp Machine negli anni sessanta e considerata ovvia, non è mai stata pubblicata.

    La AT&T ha accusato MIT e altri membri dell'X Consortium di aver violato questo brevetto nell'X Window System.

  • US4197590: Method for dynamically viewing image elements stored in a random access memory array.

    Brevetto sull'uso di XOR per rappresentare un cursore in una schermata grafica. La convenienza sta nel fatto che un secondo XOR cancella il cursore dallo schermo, un'operazione molto veloce e molto elementare.

    La Cadtrack che ha ottenuto il possesso di questo brevetto lo ha usato per attaccare l'ormai defunto MIT X Consortium per l'uso di questa tecnica nel X Window System.

  • US4558302: High speed data compression and decompression apparatus and method.

    Questo brevetto assegna alla Sperry Corporation (adesso Unisys) una variante dell'algoritmo di compressione Lempel-Ziv, pubblicato in "IEEE Transactions on Information Theory" (1977).

    A causa di questo brevetto il mondo accademico e la comunità di Free Software non possono avvalersi né del programma di pubblico dominio "compress", nè dell'algoritmo per generare immagini in formato GIF. I dettagli della questione si trovano qui.

    Per conoscere una recente causa intentata da parte della Unisys contro la Corel Corp. si legga il comunicato della Unisys in proposito.

  • US4200770: Cryptographic apparatus and method.

    Pietra miliare nella crittografia e origine della crittografia a chiave pubblica, sviluppato da Hellman, Diffie, e Merkle. Questo, assieme al US4405829 (brevetto sull'algoritmo RSA) ha dato alla RSA, Inc. il monopolio totale in materia di crittografia.

    Per alcuni anni, il programma di Zimmerman, Pretty Good Privacy (PGP), è stato bandito negli USA perché utilizzava assieme ad altri algoritmi anche quello RSA, coperto da brevetto. Nello stesso periodo il programma circolava liberamente in Europa, proprio perché qui non è in vigore il brevetto di algoritmi (fino a quando?).

    Questi due brevetti costituiscono un ostacolo per lo sviluppo di programmi di crittografia a chiave pubblica negli Stati Uniti (sia per accademici che programmatori di Free Software). Il GNU Privacy Guard, che mira a sostituire la versione menomata di PGP (quella americana), è nato solo nel 1997, quando è scaduto il brevetto di Hellman-Diffie.

  • US5890174: Method and system for constructing a formula in a spreadsheet.

    Questo brevetto assegna alla Microsoft Corp. l'invenzione del dialog box per immettere una formula in un foglio di calcolo. Brevetto rilasciato nel marzo 1999.

La lista è pressoché sterminata: brevetti su tecniche e algoritmi (o estensioni di esse) comunemente usate in sistemi grafici, compilatori, sistemi operativi, programmi applicativi, intelligenza artificiale, tecniche client-server, etc..., sono state brevettate con conseguenze negative facilmente immaginabili.

Altri esempi sono disponibili:

9. Cosa si può fare

Innanzitutto bisogna intraprendere iniziativa subito. Per fare ciò è necessario contattare al più presto i nostri rappresentanti parlamentari e commissari europei mostrando come le conseguenze di restrizioni sull'uso di algoritmi danneggerebbero comunità accademiche, ricercatori informatici, programmatori indipendenti, ditte software medio-piccole.

Inoltre è da sottolineare che, in questo modo la ricerca diventerebbe potenzialmente monopolio di grosse organizzazioni private, il che impedirebbe il libero progresso delle scienze informatiche. A nostro avviso, sarebbe indispensabile prima di prendere una qualunque decisione in materia legislativa, realizzare un serio studio presso un insieme eterogeneo di entità (ditte, comunità accademiche, etc...) che si occupano di informatica e siano realmente rappresentative, in modo da non favorire in modo unilaterale e indiscriminato gli interessi di qualcuno.

Infatti, in questo campo, gli interessi monopolistici di alcune multinazionali sono dell'ordine delle migliaia di milioni di dollari e tuttavia tali interessi sono ben diversi da quelli dei ricercatori universitari o programmatori di Free Software il cui unico obiettivo è quello di far progredire una scienza come è appunto quella informatica.

È peraltro di primaria importanza che il problema di cui stiamo trattando sia fatto conoscere il più velocemente possibile a quanti si occupano di informatica. Pertanto è necessario diffondere quanto più possibile le presenti informazioni tra gli "addetti ai lavori" e invitarli a prendere posizione in proposito.

Qui in seguito indichiamo alcune informazioni utili per chi intende protestare contro i brevetti sul software:

Per novità e aggiornamenti, Vi invitiamo a visitare i siti della campagna contro i brevetti software in Europa:


Maintainer: Alessandro Muzzetta

$Date: 99/07/02 18:23:52 $

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