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Re: Debian systemd maintainer resigns due to online bullying



Franchi@modula.net writes:

 > Più che altro mi sembra che questo pressing (ma alcuni lo definiscono 
 > "bullying") stia funzionando contro le persone: non vedo cosa ci sia da 
 > rallegrarsi.

Se vuoi la mia di opinione, stanno mangiando la minestra che hanno
cucinato loro stessi.

 > Peraltro non capisco tutta questa acrimonia contro systemd.

Problemi eliminati dalla configurazione di Debian:

- cambiamento dei nomi dei device di rete
- log (solo) binario

Se non cogli i problemi di queste due cosine, mi sa che non sei
un sysadmin professionista.


 > "Systemd è un gestore di sistema e di servizi per Linux, compatibile con 
 > gli initscript SysV e LSB.

Ni.

La compatibilità è ottenuta con un insieme di file di configurazione, non
è intrinseca.

 > systemd fornisce una notevole capacità di 
 > parallelizzazione,

Questo può non essere un bene, troppo parallelismo può andare al di là
delle capacità di dischi non SSD di fornire rapidamente i dati.

 > usa socket e D-Bus per l'avvio dei demoni, offre un 
 > avvio su richiesta dei demoni, tiene traccia dei processi con l'utilizzo 
 > del control groups di Linux, SUPPORTA LO SNAPSHOTTING E IL RESTORE DELLO 
 > STATO DEL SISTEMA, mantiene i punti di mount e di automount e implementa 
 > un elaborato servizio di controllo logico basato sulle relazioni delle 
 > dipendenze" (Wikipedia).

Bene, un bel depliant pubblicitario.

Quello che c'è di vero è che, in una macchina personale, è in grado di
automatizzare tutta una serie di risposte alla comparsa di cose che
possono non esserci.

Ma non offre niente di nuovo.

A meno che non offra un comando che chiede a systemd di fare una wait
sui pid dei processi che ti compaiono come defunct nell'output di ps.

Questo init non lo fa e ti tocca tenerti un po' di zombie nella tabella
dei processi (con annessa non liberazione di alcune risorse).

Per il resto: lo snapshotting lo faccio col comando hibernate, il
restore è automatico.

Per i mount point mi sono attrezzato e ho gli script giusti al posto
giusto (non ci vuole molto a capire quale è il posto giusto per uno
con capacità anche minime di amministrazione Unix Sys V) che nel caso
invoco quando ho ricollegato il disco esterno o la macchina è di nuovo
connessa alla rete aziendale.

Idem per i demoni. Ti dico di più. Alla fine degli anni '80, quando la
memoria era poca e cara, avevi sono inetd attivo e lui lanciava gli
altri daemon quando arrivava una richiesta su un socket.

Accelerazione del bootstrap.

Io mi guardo sempre tutti i messaggi al boot della macchina.

Con una parallelizzazione potrei non fare aspettare ad una manciatina
di demoni che sia finita l'inizializzazione del bridge sulla scheda di
rete - ho la macchina perennemente configurata per il lancio di VM con
virt-manager.

Ma ti garantisco che ho guadagnato molto di più in tempo a togliere
sendmail (installato come dipendenza di nagios - mi tiene d'occhio
i file system) e ad aggiungere del codice di guardia allo script che
lancia ntpd.

Systemd non è il male. Ma non è il bene per tutti e non lo è per me.
Come invece avrebbero voluto i creatori di systemd che si sono
presentati come i creatori di una nuova era.

-- 
 /\           ___                                    Ubuntu: ancient
/___/\_|_|\_|__|___Gian Uberto Lauri_____               African word
  //--\| | \|  |   Integralista GNUslamico            meaning "I can
\/                 coltivatore diretto di software       not install
     già sistemista a tempo (altrui) perso...                Debian"

Warning: gnome-config-daemon considered more dangerous than GOTO


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