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Un sentito ringraziamento a tutti gli sviluppatori Debian!!!



Carissimi sviluppatori italiani di Debian,
su cortese invito del Preg.mo Leader del Progetto Debian Stefano Zacchiroli, con il quale ho avuto la gioia di corrispondere via email questa mattina (dopo essermi iscritto per curiosità a questa lista, pur non essendo uno sviluppatore), dopo avere iniziato ormai da più di un anno ad utilizzare Debian (in versione stabile) come sistema operativo, desidero con questa mia esprimere tutto il mio apprezzamento e la mia gratitudine per il lavoro che (ciascuno nel proprio ruolo) svolge ogni giorno! Vi faccio i miei più vivi complimenti perché veramente la qualità di Debian è eccezionale, ma anche perché, come dicevo al signor Stefano Zacchiroli, il mondo dell'open source è sorretto ed alimentato da valori importantissimi di solidarietà, gratuità, condivisione, messa a disposizione ciascuno delle proprie capacità la cui importanza va al di là del mondo stesso (pur importante) dell'informatica, giacché potenzialmente essi possono aiutare ad edificare una società ed un mondo migliori e più a misura d'uomo. Mi è ancora più facile identificarmi con questi valori partendo dalla mia visione della vita di cattolico praticante, ma penso che possano essere condivisi da tutti gli uomini "di buona volontà" indipendentemente dalla propria religione ed anche da chi non sia credente.
    Proprio per questo motivo mi ha aiutato molto cominciare a conoscere ed apprezzare Linux in un momento particolarmente difficile della mia vita e della mia "carriera" (tutti conosciamo le difficoltà che stiamo attraversando in questo periodo veramente complesso e difficile). Curiosamente ho trovato gli stessi valori, da avvocato, in una realtà completamente diversa, un nuovo modo di risolvere le controversie del quale forse avrete sentito parlare, la mediazione, che si fonda sul dialogo e, se si applica il metodo che sto pian piano cercando di imparare, perché è il più rispettoso della volontà delle parti in conflitto, quello trasformativo, sul riconoscimento reciproco della propria umanità, del proprio punto di vista e delle proprie esigenze ("recognition" secondo Bush e Folger, i "padri" di questo metodo), dal quale deriva anche una maggiore capacità di affrontare la situazione e trovare la soluzione ("empowerment"). Non a caso alla base del metodo trasformativo c'è una visione dell'uomo che mi sembra sposarsi molto bene, per esempio, con il modo in cui viene portato avanti il progetto Debian, ovvero con una vera e propria comunità nella quale ognuno può esprimere liberamente il proprio pensiero dando vita, a volte (così ho letto da più di una fonte) a contrasti accesi che però sempre si concludono nel modo migliore, nel perseguimento del bene comune: l'idea dell'uomo non come individuo isolato, ma come essere che cerca costantemente il proprio equilibrio tra l'autonomia e la relazione sociale, tanto da sentirsi indebolito nella sua umanità e nelle sue capacità quando la relazione con gli altri si deteriora, essendo spesso il conflitto alienante e disumanizzante.
    Per chi volesse approfondire (sono convinto che chi è appassionato come voi di software libero molto facilmente può appassionarsi anche ad una bella realtà come la mediazione, che non a caso viene considerata in grado di migliorare non solo la giustizia, ma in generale la società ed i rapporti umani) rinvio ad un mio umile saggio, scritto insieme alla collega ed amica Patrizia Mauro di Brindisi e pubblicato in vari siti internet. Ecco il link ad uno di essi: http://www.personaedanno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=38293&catid=203&Itemid=452&contentid=0&mese=03&. panno=2012.
    Coloro che tra Voi lo leggeranno troveranno un termine molto famigliare, "ubuntu" (tra l'altro è stata la mia prima distribuzione, poi sono passato direttamente alla "fonte"), citato in quel contesto non come una delle moltissime varianti di un sistema Gnu/Linux, ma come valore comune, appunto, sia al mondo dell'open source che a quello, apparentemente diverso e distante, della mediazione.
    Mi permetto infine una considerazione in senso positivo sul modo in cui Debian è concepita dal punto di vista dei tre rami, unstable, testing e stable. A mio modestissimo parere siete sulla strada giusta. So che ci sono qua e là pressioni, da parte degli utenti, perché Debian si possa aggiornare più rapidamente; spero francamente che ciò non condurrà mai all'abolizione o comunque ad uno "snaturare" il ramo Stable, che è veramente garanzia di grande affidabilità e stabilità (l'ideale per chi, come me, usa il computer per lavorare). Non è neppure così vero che il sistema non si può tenere aggiornato, almeno per le applicazioni di uso frequente. Per esempio per Thunderbird e Firefox basta scaricarli dal sito e si aggiornano da soli esattamente come su Windows, mentre per Libre Office ho creato un semplice script che disinstalla la versione presente, scarica quella nuova, decomprime, da i permessi, installa tutto e poi rimuove i pacchetti (il tutto in pochissimo tempo), senza considerare che libre office presto si potrà aggiornare direttamente dal programma (e senza considerare il pinning che però è da utilizzare, per la mia esperienza, con grande prudenza per evitare "pasticci" in un sistema che è assolutamente strepitoso e come tale merita di essere conservato). L'alternativa, se anche solo si volesse aggiornare ogni sei mesi il desktop enviroment (Gnome o Kde tra i più frequenti) sarebbe stravolgere tre quarti del sistema operativo e mi sembrerebbe davvero troppo pretendere che ciò si potesse fare mantenendo la stessa qualità, la stessa correzione di bug, lo stesso supporto alla sicurezza! Sarebbe come volere "la botte piena e la moglie ubriaca"; fate già tantissimo, peraltro per passione e non per soldi, sarebbe assurdo chiedere di più! Vi dirò inoltre che per uno che come me per anni ha avuto Windows Xp appare già un aggiornamento quasi "forsennato" avere la possibilità, ogni due anni, di avanzare ad una versione diversa!
    Davvero ancora complimenti di cuore a tutti. Continuate mi raccomando a credere nel progetto perché sono convinto che il software libero è una delle realtà belle, sane, pulite che possono rendere migliori il Mondo, la società, ogni uomo. Saluti cordiali a tutti. Avv. Andrea Marengoni

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