Re: Wayland

[Gian Uberto Lauri <saint@eng.it>]

> On 23/ott/2013, at 16:15, Federico Di Gregorio <fog@dndg.it> wrote:
> 
>> On 23/10/2013 15:31, Gian Uberto Lauri wrote:
>> Dario Di Giambattista writes:
>>> Ciao ragazzi,
>>> da un pò sento parlare di Wayland, dovrebbe presto o tardi
>>> sostituire il "vecchio" X11, ho notato che si trova in testing/unstable,
>>> qualcuno lo ha usato?
>> 
>> Mah. Mi lascia freddo come un blocchetto di ghiaccio. 
>> 
>> Quanto al fatto che Xorg non sia trasparente al network, forse intende
>> dire che non è più un gonzo insicuro...
>> 
>> Nota: pochi anni dopo la nascita  del kernel Linux arrivò gente a dire
>> che X11 non andava più bene e che qualcos'altro stava arrivando...
>> 
>> Mah, io sto ancora usando X11, ed un window manager che adottai a metà
>> anni '90  perché poteva contenere  la dimensione della  colormap usata
>> (ma permettendo icone  molto colorate).  Di quell'altro  progetto e di
>> moltissime delle librerie in cui si parla nella pagina wiki non faccio
>> uso,  cairo  e soci  sono  stati  appena scartati  per  «comportamento
>> inaccettabile» ("Come  sarebbe a  dire che non  posso dirti  che icona
>> usare per quella finestra? dpkg --purge !!!!")
> 
> Così, per sapere, cosa c'entra una libreria per il rendering 2D (cairo)
> con l'icona da mettere sulla finestra? Cosa si decide di usare è sempre

Che quello mi ha reso libcairo completamente inutile avendo rimosso le sole cose per cui le avrei potuto usare.

> una questione personale ma Wayland *in certi casi d'uso* promette bene.

Anche l'altro prometteva bene nei primi anni '90.

> Il motivo di esistere di Wayland parte dal fatto che X ha una
> stratificazione infinita di protocolli ormai inutilizzati, in quanto
> praticamente tutte le applicazioni moderne lo usano in maniera
> completamente differente da com'era nato: quindi perché non facilitare
> questo tipo di applicazioni?

Perché il guadagno potrebbe essere inferiore ai costi. Quanto del software per X11 che uso ora sopravvivrebbe?

Avrebbe più senso togliere o mettere in moduli i protocolli meno utilizzati.

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Gian Uberto Lauri
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