%dynamicdata; %shareddata; ]> Note di Release per &debian; &release; ("&releasename"), &arch-title; Josip Rodin, Bob Hilliard, Adam Di Carlo, Anne Bezemer, Rob Bradford (attuale), Frans Pop (attuale), Andreas Barth (attuale) debian-doc@lists.debian.org Luca Brivio (traduzione italiana)lucab83@infinito.it &docid; Introduzione

I principali fini di queste Note di Release sono quelli di informare gli utenti dei principali cambiamenti introdotti in questa release della distribuzione Debian, di fornire informazioni su come aggiornare in sicurezza dalla release precedente a questa ed infine di informare gli utenti delle potenziali problematiche note che gli utenti potrebbero incontrare aggiornando a questa release o utilizzandola.

Si noti che è impossibile elencare ogni problematica nota e che perciò è stata fatta una selezione basata su una combinazione di prevalenza attesa e impatto delle problematiche.

La versione più recente di questo documento è sempre disponibile presso . Se la presente versione data a più di un mese fa, si potrebbe voler scaricare l'ultima versione.

Si noti che supportiamo e documentiamo l'aggiornamento solamente a partire dalla precedente release di Debian (in questo caso, l'aggiornamento da &oldreleasename;). Se si necessita di eseguire aggiornamenti dalle antecedenti release, si leggano le precedenti versioni delle note di release.

Che cosa c'è di nuovo in &debian; &release;

La presente release aggiunge il supporto ufficiale per l'architettura AMD64, che supporta i processori a 64 bit sia di Intel (EM64T), sia di AMD (AMD64).

Durante le precedente release, &debian 3.1 ('sarge'), era disponibile una versione non ufficiale di questo port. L'aggiornamento da tale versione non ufficiale dovrebbe essere possibile con l'ausilio di queste Note di Release, ma non è supportato.

Il supporto ufficiale per l'architettura Motorola 680x0 ('m68l') è stato cessato poiché non soddisfaceva i criteri stabiliti dai Release Manager di Debian. Le più importanti ragioni alla base di ciò sono le prestazioni ed il limitato supporto a monte per componenti essenziali della toolchain. Cionondimeno, ci si aspetta che il port m68k rimanga attivo e disponibile per l'installazione anche se non come parte di questa release stabile ufficiale.

Intel x86 ('i386')

Alpha ('alpha')

SPARC ('sparc')

PowerPC ('powerpc')

ARM ('arm')

MIPS ('mips' (Big endian) e 'mipsel' (Little endian))

Intel Itanium ('ia64')

HP PA-RISC ('hppa')

S/390 ('s390')

AMD64 ('amd64')

Si può leggere di più circa lo stato dei port e reperire informazioni specifiche sul port per la propria architettura presso le .

Questa è soltanto la seconda release ufficiale di &debian; per l'architettura &arch-title;. Riteniamo che abbia raggiunto uno stato di collaudo sufficiente per la distribuzione. Tuttavia, dal momento che non è stata in circolazione quanto le release precedenti su altre architetture (e non è quindi stata altrettanto testata dagli utenti), si potrebbe incontrare qualche bug. Si prega di usare il nostro per segnalare qualunque problema; ci si assicuri di menzionare il fatto che il bug è riscontrato sulla piattaforma &architecture;.

]]>

&debian; &release; per l'architettura &arch-title; è distribuita con la versione &kernelversion; del kernel.

Che cosa c'è di nuovo nella distribuzione?

TODO: Update numbers

Questa nuova release di Debian esce ancora con parecchio software in più che la precedente &oldreleasename;: la distribuzione comprende oltre 9000 nuovi pacchetti. Per la maggior parte il software nella distribuzione è stato aggiornato: quasi 6500 pacchetti (che costituiscono il 73% di tutti i pacchetti in &oldreleasename;). È anche stato rimosso per varie ragioni dalla distribuzione un numero significativo di pacchetti. Non si vedranno aggiornamenti per tali pacchetti ed essi saranno marcati come 'obsoleti' nelle interfacce per la gestione dei pacchetti.

Con questa release &debian; passa da XFree86 alla release 7.1 di X.Org, che comprende il supporto per un più vasto spettro di hardware e un migliore autorilevamento. Questo consente l'utilizzo di Compiz, che è uno dei primi gestori di finestre per X con funzioni di compositing, e si avvantaggia pienamente dall'accelerazione hardware OpenGL per i dispositivi supportati.

&debian; esce ancora con le attuali applicazioni per desktop. Tra le altre include ora GNOME 2.14, KDE 3.5 e OpenOffice.org 2.0.

La distribuzione ufficiale di &debian; viene ora distribuita su tredici-quindici CD di binarii con un numero simile di CD di sorgenti, ed è disponibile anche una versione della distribuzione su DVD.

debian-volatile ora servizio ufficiale

Il servizio

Questo significa che esso non ha più un indirizzo /etc/apt/sources.list se si sta già utilizzando questo servizio.

dell'archivio.

Che cosa c'è di nuovo nel sistema di installazione?

Vi è stato molto sviluppo sull'Installatore Debian dalla sua prima release ufficiale con &oldreleasename;, sviluppo che ha per risultato un migliorato supporto all'hardware ed alcune nuove interessanti funzionalità.

In queste Note di Release elencheremo soltanto i principali cambiamenti nell'installatore. Se si è interessati ad una panoramica dei cambiamenti dettagliati a partire da &oldreleasename;, si controllino gli annunci di rilascio per le release beta e RC di &releasename; disponibili nella .

Principali cambiamenti

Nessun riavvio durante l'installazione

L'installazione soleva essere divisa in due parti: configurare il sistema di base e renderlo avviabile, quindi un riavvio, e dopo di questo l'esecuzione di

Per &releasename;, il secondo passaggio è stato integrato nello stesso Installatore Debian. Ciò comporta diversi benefici, compresi un'accresciuta sicurezza ed il fatto che dopo il riavvio alla fine dell'installazione il sistema dovrebbe già avere il corretto fuso orario e, se si è installato l'ambiente desktop, avvierà in un'unica volta l'interfaccia utente grafica.

Codifica UTF-8 default per nuovi sistemi

L'installatore imposterà i sistemi per l'utilizzo della codifica UTF-8 piuttosto che delle vecchie codifiche lingua-specifiche (come ISO 8859-1, EUC-JP o KIO-8).

Partizionamento più flessibile

È ora possibile stabilire filesystem su un volume LVM utilizzando il partizionamento guidato.

L'installatore può anche stabilire filesystem criptati. Utilizzando il partizionamento manuale si avrà la scelta fra /boot) come volumi logici.

Interfaccia utente grafica

Se si preferisce un'interfaccia utente grafica, si provi ad avviare l'installatore con il parametro

La funzionalità dell'installatore grafico è quasi identica a quella dell'installatore tradizionale, differisce soltanto la presentazione. Vi è un'eccezione: il frontend grafico non supporta la creazione di partizioni criptate con la pressione di tasti casuali.

N.B.: l'interfaccia utente grafica non è disponibile per tutte le architetture.

]]> Interfaccia utente grafica

Per &arch-title; è disponibile su base sperimentale un'immagine per l'installazione separata che utilizza un'interfaccia utente grafica. La si sa funzionare sulla maggior parte dei sistemi CHRP che hanno una scheda grafica ATI, ma è stata testata in modo insufficiente su &arch-title; perché la sia inclusa sul normale CD di installazione.

Se si volesse provare l'installatore grafico, si cerchi l'immagine "gtk-miniiso".

]]> Modalità di ripristino

Si può utilizzare l'installatore per risolvere problemi con il proprio sistema, per esempio quando si rifiuta di avviarsi. I primi passaggi saranno esattamente come per un'installazione normale, ma l'installatore non avvierà lo strumento di partizionamento. Offrirà invece all'utente un menù di opzioni di ripristino.

Si attivi la modalità di ripristino facendo avviare l'installatore con il parametro rescue/enable=true.

Utilizzo di sudo al posto dell'account di root

Durante l'installazione per esperti è possibile scegliere di non stabilire un account di root (esso sarà bloccato), ma invece impostare SELinux

I pacchetti necessari per il supporto a SELinux sono stati promossi alla priorità "standard". Questo significa che saranno installati di default se si seleziona il task Standard durante l'installazione. Tuttavia, il supporto a SELinux non è attivato di default. Se si vuole rendere più sicuro il proprio sistema utilizzando SELinux, lo si dovrà attivare manualmente dopo l'installazione.

Nuove lingue

Grazie agli enormi sforzi dei traduttori, Debian può ora essere installata in $FIXME$ lingue diverse.

]]>

Installazione automatizzata

Parecchi dei cambiamenti menzionati nella sezione precedente implicano anche cambiamenti nel supporto dell'installatore per l'installazione automatizzata mediante l'utilizzo di file di preconfigurazione. Ciò significa che se si hanno file di preconfigurazione preesistenti che funzionavano con l'installatore di &oldreleasename; non ci si può aspettare che funzionino con il nuovo installatore senza alcuna modifica.

La buona notizia è che la ha ora un'appendice separata con un'estesa documentazione sull'utilizzo della preconfigurazione.

L'installer di &releasename; introduce alcune nuove interessanti caratteristiche che consentono un'ulteriore e più semplice automazione delle installazioni. Esso aggiunge anche il supporto per il partizionamento avanzato con l'utilizzo di RAID, LVM e LVM criptato. Per i dettagli si veda la documentazione.

Nuove installazioni

L'Installatore Debian è il sistema di installazione ufficiale per Debian. Esso offre una varietà di metodi di installazione.. Quali metodi siano disponibili per installare il proprio sistema dipende dall'architettura.

Si possono reperire immagini dell'installatore per &releasename; e la Guida all'installazione sul .

La guida all'installazione è anche inclusa nel primo CD/DVD dei set ufficiali di CD/DVD di debian, all'indirizzo: /doc/install/manual/lingua/index.html

Si potrebbe anche voler controllare le per debian-installer.

L'installatore può essere utilizzato soltanto su sistemi alpha che supportino la console SRM. Ci si assicuri prima di cominciare l'installazione di far passare il proprio sistema a SRM. Se la macchina supporta soltanto la console AlphaBIOS/ARC, si può comunque installare &releasename; servendosi di un'installazione (minima) di &oldreleasename; e di un successivo aggiornamento. Per ulteriori informazioni sulle differenti console si leggano i riferimenti nelle .

]]> Problematiche con il framebuffer su &arch-title;

A causa dei problemi di visualizzazione su alcuni sistemi, per &arch-title; il supporto per il framebuffer è disattivato di default per la maggior parte delle schede grafiche. Questo può avere per effetto una brutta visualizzazione su sistemi che supportano correttamente il framebuffer. Se si notano problemi di visualizzazione nell'installatore, si può provare ad avviarlo con il parametro "debian-installer/framebuffer=true". Si prega di farci sapere se il framebuffer per un certo hardware non è utilizzato per default, ma altresì funziona.

]]> Gara di popolarità

Diversamente che per la scorsa release, il sistema di installazione offrirà nuovamente l'installazione del pacchetto

Le informazioni provenienti da Aggiornamenti da precedenti release Preparazione all'aggiornamento

Suggeriamo che prima di aggiornare si leggano anche le informazioni in . Tale capitolo copre potenziali problematiche non direttamente collegate al processo di aggiornamento, ma che potrebbero comunque essere rilevanti.

Prima di aggiornare il proprio sistema, si raccomanda vivamente di effettuare un backup completo, o almeno un backup di tutti quei dati e informazioni di configurazione che non ci si può permettere di perdere. Gli strumenti ed i processi di aggiornamento sono piuttosto affidabili, ma un problema all'hardware nel mezzo di un aggiornamento potrebbe risultare in un sistema fortemente danneggiato.

Le principali cose di cui si vorrà mantenere una copia sono i contenuti di /etc e di /var/lib/dpkg e l'output di dpkg --get-selections "*".

Di per sé, il processo di aggiornamento non modifica nulla nella directory /home. È tuttavia noto che alcune applicazioni (p.e. alcune parti della suite Mozilla e gli ambienti desktop GNOME e KDE) sovrascrivono impostazioni preesistenti dell'utente con nuovi default quando un utente avvia per la prima volta una nuova versione dell'applicazione. Si potrebbe voler fare per precauzione un backup di file e directory nascosti (“dotfile”, cioè file che i cui nomi iniziano con un punto, NdT) delle directory home degli utenti. Tale backup potrebbe aiutare a ripristinare o ricreare le vecchie impostazioni. Si potrebbe anche voler informare gli utenti di questa faccenda.

È saggio informare in anticipo tutti gli utenti di qualunque aggiornamento si stia pianificando, sebbene gli utenti che accedono al sistema tramite una connessione /home) o le si smonti prima di un aggiornamento. Non sarà normalmente necessario un riavvio, a meno che si pianifichi anche di aggiornare il kernel.

L'aggiornamento della distribuzione dovrebbe essere effettuato o in locale da una console virtuale in modalità testo (o da un terminale seriale direttamente connesso), o in remoto attraverso un collegamento

Qualsiasi operazione di installazione di pacchetti deve essere eseguita con i privilegi di superutente, per cui è necessario accedere come root o utilizzare

L'aggiornamento ha alcune precondizioni; si dovrebbe verificarle prima di eseguire effettivamente l'aggiornamento.

Assicurarsi di avere sufficiente spazio per l'aggiornamento

Prima di aggiornare il proprio sistema ci si deve accertare di avere sufficiente spazio libero sull'hard disk al momento di fare partire l'aggiornamento completo del sistema descritto in . Sarà anzitutto necessario sufficiente spazio su disco libero sulla partizione del filesystem che contiene /var per scaricare temporaneamente i pacchetti che saranno installati nel sistema. Dopo lo scaricamento, sarà probabilmente necessario ulteriore spazio in altre partizioni del filesystem al fine di installare sia i pacchetti aggiornati (che potrebbero contenere file binari più grossi o più dati), sia nuovi pacchetti che saranno chiamati in causa per l'aggiornamento. Se il sistema non ha spazio a sifficienza, si potrebbe finire con un aggiornamento incompleto dal quale potrebbe risultare difficile un ripristino.

Sia

# aptitude -y -s -f --with-recommends dist-upgrade [ ... ] XXX pacchetti aggiornati, XXX installati, XXX da rimuovere e XXX non aggiornati. È necessario prelevare xx.xMB/yyyMB di archivi. Dopo l'estrazione, verranno occupati AAAMB. Saranno scaricati/installati/rimossi pacchetti.

Se non si ha abbastanza spazio per l'aggiornamento, ci si accerti di liberare dapprima dello spazio. Si può:

rimuovere pacchetti che sono stati precedentemente scaricati per l'installazione (in /var/cache/apt/archive), ripulendo la cache dei pacchetti mediante esecuzione di apt-get clean. rimuovere vecchi pacchetti non più utilizzati. Se si ha ) rimuovere pacchetti che occupano troppo spazio e di cui non v'è immediata necessità (li si puù sempre reinstallare dopo l'aggiornamento). Si possono elencare i pacchetti che occupano più spazio su disco con wajig size). spostare temporaneamente su un altro sistema o rimuovere permenentemente i log di sistema risiedenti sotto /var/log.

Il supporto per i kernel 2.2 è stato interrotto

Nel caso in cui si utilizzi un kernel precedente al 2.4.1, è necessario aggiornare (almeno) alla serie 2.4 prima di aggiornare le Aggiornare prima il kernel o la userland?

[FIXME: Needs decision/documentation whether to upgrade userland or kernel first.]

Verifica dello stato del sistema

Il processo di aggiornamento descritto nel presente capitolo è stato progettato per aggiornamenti da sistemi &oldreleasename; puri senza pacchetti di terze parti. Potrebbe essere assennato rimuovere prima tali pacchetti.

La procedura assume anche che il sistema sia stato aggiornato fino all'ultima release anche minore di &oldreleasename;. Se non lo si è fatto o si è non se ne è certi, si seguano le istruzioni in .

Disattivare il pinning di APT

Se si è configurato APT per installare alcuni pacchetti da una distribuzione diversa da stable (p.e. da testing), si potrebbe dover modificare la propria configurazione dei pin APT (salvata in /etc/apt/preferences) per consentire l'aggiornamento di tali pacchetti alle versioni contenute nella nuova release stable. Maggiori informazioni sui pin APT possono essere reperite in .

Controllo dello stato dei pacchetti

Indipendentemente dal metodo utilizzato per l'aggiornamento, si raccomanda di controllare prima lo stato di tutti i pacchetti, e di verificare che tutti i pacchetti siano in uno stato che ne consente l'aggiornamento. Il seguente comando visualizzerà eventuali pacchetti che siano in uno stato “Half-Installed” o “Failed-Config”, e quelli che abbiano uno status problematico. # dpkg --get-selections | grep hold

Si potrebbe anche ispezionare lo stato di tutti i pacchetti sul proprio sistema utilizzando # dpkg -l | pager o # dpkg --get-selections > ~/curr-pkgs.txt

È desiderabile la rimozione di qualunque blocco prima dell'aggiornamento. Se qualche pacchetto che è essenziale per l'aggiornamento è bloccato [“on hold”], l'aggiornamento non andrà a buon fine.

Si noti che # aptitude search "~ahold" | grep "^.h"

Volendo controllare quali pacchetti sono bloccati per # dpkg --get-selections | grep hold

Se si è modificato e ricompilato un pacchetto localmente, e non lo si è rinominato né lo si è contrassegnato nella versione, lo si dovrà bloccare per impedire che venga aggiornato.

Lo stato “bloccato” [“hold”] dei pacchetti per # aptitude hold nome_pacchetto

Se c'è bisogno di sistemare qualcosa, è sempre meglio assicurarsi che il proprio .

Fonti non ufficiali e backport

Se si hanno pacchetti non-Debian sul proprio sistema, si dovrebbe essere al corrente del fatto che essi potrebbero essere rimossi durante l'aggiornamento a causa di dipendenze in conflitto. Se tali pacchetti fossero stati installati tramite l'aggiunta di un archivio extra di pacchetti in /etc/apt/sources.list, si dovrebbe verificare se quell'archivio offra anche pacchetti compilati per &releasename; e modificare rispettivamente la riga delle fonti nel momento stesso in cui si modifichino le righe delle fonti per i pacchetti Debian.

Alcuni utenti potrebbero avere installate nel loro sistema versioni non ufficiali “più recenti” da backport di pacchetti che Il sistema di gestione dei pacchetti di Debian con consente normalmente ad un pacchetto la rimozione o sostituzione di un file controllato da un altro pacchetto, a meno che sia stato definito di rimpiazzare quel pacchetto. La sezione contiene delle informazioni su come comportarsi di fronte a conflitti fra file nel caso in cui si dovessero verificare.

Preparazione delle fonti per APT

Prima di cominciare l'aggiornamento si deve predisporre per le liste dei pacchetti il file di configurazione di /etc/apt/sources.list.

deb”, ed installerà il pacchetto con il numero di versione più alto, dando la priorità alle righe menzionate per prime (in questo modo, nel caso in cui siano presenti più locazioni di mirror, si dovrebbe menzionare per primo un disco fisso locale, poi CD-ROM, infine mirror HTTP/FTP).

Si fa spesso riferimento ad una release sia tramite il uso nome in codice (p.e. &oldreleasename;, &releasename;) sia tramite la denominazione del suo stadio (cioè oldstable, stable, testing, unstable). Fare riferimento ad una release attraverso il suo nome in codice presenta il vantaggio che non si sarà mai sorpresi da una nuova release, e per questa ragione è il modo adottato qui. Questo naturalmente significa che si dovrà fare attenzione da sé agli annunci di release. Se si utilizza invece la denominazione dello stadio, si vedranno semplicemente ondate di aggiornamenti disponibili per i propri pacchetti non appena avvenga una release.

Aggiunta di fonti Internet per APT

La configurazione di default è predisposta per l'installazione dai principali server Debian su Internet, ma si potrebbe desiderare di modificare /etc/apt/sources.list per utilizzare altri mirror, preferibilmente un mirror più “vicino” (dal punto di vista della rete).

Gli indirizzi dei mirror HTTP o FTP di Debian possono essere reperiti presso (si guardi la sezione “elenco dei mirror”). I mirror HTTP sono in genere più rapidi dei mirror FTP.

Ad esempio, si supponga che il proprio mirror Debian più vicino sia &url-debian-mirror-eg;/. Ispezionando tale mirror con un browser web o con un client FTP, si noterà che le directory principali sono organizzate nel modo seguente: &url-debian-mirror-eg;/dists/&releasename;/main/binary-&architecture;/... &url-debian-mirror-eg;/dists/&releasename;/contrib/binary-&architecture;/...

Per utilizzare questo mirror con deb &url-debian-mirror-eg; &releasename; main contrib

Si noti che “dists” è aggiunto implicitamente, e che gli argomenti che seguono il nome della release sono utilizzati per espandere il percorso su directory multiple.

Dopo aver aggiunto le proprie nuove fonti, si disabilitino le righe “

Ogni pacchetto richiesto per l'installazione che venga prelevato dalla rete è conservato in /var/cache/apt/archives (e nella sottodirectory partial/ durante lo scaricamento), dunque ci si deve accertare di avere sufficiente spazio a disposizione prima di tentare di avviare l'installazione. Con un'installazione di Debian ragionevolmente estesa, ci si possono attendere almeno 300 MB di dati scaricati.

Aggiunta di fonti da mirror locale per APT

Al posto di utilizzare mirror HTTP o FTP dei pacchetti, si potrebbe desiderare di modificare /etc/apt/sources.list per utilizzare un mirror su un disco locale (possibilmente montato su NFS) (NFS: filesystem di rete, NdT).

Ad esempio, il proprio mirror dei pacchetti potrebbe essere sotto /var/ftp/debian/, e si potrebbe avere directory principali come le seguenti: /var/ftp/debian/dists/&releasename;/main/binary-&architecture;/... /var/ftp/debian/dists/&releasename;/contrib/binary-&architecture;/...

Per utilizzare questo mirror con deb file:/var/ftp/debian &releasename; main contrib

Si noti che “dists” è aggiunto implicitamente, e che gli argomenti che seguono il nome della release sono utilizzati per espandere il percorso su directory multiple.

Dopo aver aggiunto le proprie nuove fonti, si disabilitino le righe “ Aggiunta di fonti su CD-ROM o DVD per APT

Se si vogliono utilizzare /etc/apt/sources.list, ponendo davanti ad esse un simbolo 'cancelletto' (

Ci si accerti che vi sia in /etc/fstab una riga che abilita il mount del proprio drive CD-ROM su /cdrom (/cdrom). Ad esempio, se il drive del CD-ROM è chiamato /dev/hdc, /etc/fstab deve contenere una riga come la seguente: /dev/hdc /cdrom auto defaults,noauto,ro 0 0

Si noti che non deve essere presente defaults,noauto,ro nel quarto campo.

Per verificare il funzionamento, si inserisca un CD e si provi ad eseguire # mount /cdrom # con questo comando si monterà il CD sul mount point # ls -alF /cdrom # con questo comando si dovrebbe visualizzare la directory di root del CD # umount /cdrom # con questo comando si smonterà il CD

Quindi, si esegua: # apt-cdrom add per ciascun CD-ROM di binarii di Debian che si possiede, per aggiungere i dati su ciascun CD al database di APT.

Aggiornamento dei pacchetti

Il metodo raccomandato per l'aggiornamento dalle precedenti release di &debian; prevede l'utilizzo dello strumento di gestione dei pacchetti aptitude. Tale programma rende le decisioni riguardanti le installazioni dei pacchetti più sicure che l'esecuzione diretta di apt-get.

Non ci si dimentichi di montare tutte le partizioni necessarie (in particolar modo le partizioni root e /usr) in lettura-scrittura, con un comando come: # mount -o remount,rw /mountpoint

Si dovrebbe poi controllare bene che le voci sulle sorgenti di APT (contenute in /etc/apt/sources.list) facciano riferimento a ““stable”. Da notare: le righe delle fonti per un CD-ROM faranno spesso riferimento ad “

Si raccomanda vivamente di utilizzare il programma /usr/bin/script per registrare una trascrizione della sessione di aggiornamento. In tal modo, se si verificasse un problema, si disporrà di una registrazione di quanto accaduto, e, ove necessario, si potrà fornire le informazioni esatte in un eventuale rapporto su un bug. Per avviare la registrazione, si digiti: # script -a ~/upgrade-to-&releasename;.typescript o un simile comando. Non si collochi il file della registrazione in una directory temporanea come /tmp o /var/tmp (i file in queste directory potrebbero venir cancellati durante l'aggiornamento o durante un qualunque riavvio).

Il file typescript permetterà anche di rileggere informazioni uscite scorse fuori dalla schermata. Basta passare a VT2 (con less ~root/upgrade-to-&releasename;.typescript per visionare il file.

Dopo aver completato l'aggiornamento, si può arrestare Aggiornamento della lista dei pacchetti

Innanzitutto dev'essere ricavata la lista dei pacchetti disponibili per la nuova release. Lo si fa eseguendoNoi usiamo a questo scopo

# apt-get update

Aggiornamento di aptitude

Test di aggiornamento hanno mostrato che la versione di &releasename; di # aptitude install aptitude

Sarà mostrata una lista delle modifiche che saranno effettuate e sarà chiesto di confermarle. Ci vorrebbe uno sguardo attento alle modifiche proposte, specialmente ai pacchetti che con l'aggiornamento debbano essere rimossi, prima della conferma.

In alcuni casi, se vi è un grosso numero di pacchetti in lista per la rimozione, si potrebbe essere nella possibilità di ridurre tale lista “pre-aggiornando” altri pacchetti selezionati insieme con install aptitude perl invece che install aptitude.

Aggiornamento del resto del sistema

Si è ora pronti per continuare con la parte principale dell'aggiornamento. Si esegua:

# aptitude -f --with-recommends dist-upgrade

Questo comando farà eseguire un completo aggiornamento del sistema, che comprenderà p.e. l'installazione delle ultime versioni disponibili di tutti i pacchetti, e la risoluzione di tutti i possibili cambiamenti di dipendenze fra pacchetti di release differenti. Se necessario, saranno installati alcuni nuovi pacchetti (solitamente nuove versioni di librerie, o pacchetti rinominati), e sarà rimosso qualunque pacchetto obsoleto che crei conflitti (come console-tools-libs).

In caso di aggiornamento da una serie di CD-ROM, verrà chiesto di inserire uno specifico CD in parecchi punti dell'aggiornamento. Potrebbe capitare di dover inserire più volte lo stesso CD: ciò è dovuto a pacchetti intercorrelati tra loro che sono stati distribuiti tra diversi CD.

Pacchetti attualmente installati disponibili in nuove versioni alle quali non possano essere aggiornati senza cambiare lo stato di installazione di un altro pacchetto saranno lasciati alla loro attuale versione (contrassegnati come “held back”; “bloccàti indietro”, NdT). Questo fatto può essere risolto o utilizzando aptitude per designare tali pacchetti per l'installazione, o provando con aptitude -f install pacchetto.

L'opzione Problematiche che potrebbero emergere durante l'aggiornamento

Se un'operazione che utilizza E: Dynamic MMap ran out of room lo spazio di default della cache è insufficiente. È possibile risolvere questo problema rimuovendo o riducendo a commenti righe inutili in /etc/apt/sources.list o aumentando la grandezza della cache. Si può aumentare la grandezza della cache dando un opportuno valore alla variabile /etc/apt/apt.conf. Il seguente comando la imposterà ad un valore che dovrebbe essere sufficiente per l'aggiornamento: # echo 'APT::Cache-Limit "12500000";' >> /etc/apt/apt.conf assumendo che la variabile non sia ancora stata impostata nel file.

A volte è necessario abilitare l'opzione APT::Force-LoopBreak perché APT possa rimuovere temporaneamente un pacchetto essenziale, per via di un un circolo vizioso “è in conflitto con”/“pre-dipende da”. Di norma -o APT::Force-LoopBreak=1 nella riga di comando di

C'è la possibilità che la struttura delle dipendenze di un sistema sia talmente corrotta da richiedere un intervento manuale. Solitamente ciò significa usare # dpkg --remove nome_pacchetto per eliminare alcuni dei pacchetti problematici, o # aptitude --fix-broken install # dpkg --configure --pending

In casi estremi si dovrebbe poter forzare la reinstallazione con un comando simile a # dpkg --install /path/to/nomepacchetto.deb

Non dovrebbero esserci conflitti tra file se si aggiorna da una &releasename; pura, ma si potrebbero avere se si hanno installati backport non ufficiali. Un conflitto tra file causerà un errore simile al seguente: Spacchettamento del rimpiazzo <package-foo> ... dpkg: errore nel processamento di <package-name-for-foo> (--unpack): tentativo di sovrascrivere `<some-file-name>', che è anche nel pacchetto <package-bar>

Si può cercare di risolvere un conflitto tra file rimuovendo forzatamente il pacchetto menzionato nell'ultima riga del messaggio di errore: # dpkg -r --force-depends nome_pacchetto

Dopo aver sistemato le cose, si dovrebbe poter riprendere l'aggiornamento ripetendo i comandi

Durante l'aggiornamento verranno poste domande riguardanti la configurazione o riconfigurazione di parecchi pacchetti. Quando venga chiesto se un qualsivoglia file nelle directory /etc/init.d e /etc/terminfo o il file /etc/manpath.config debba venir rimpiazzato con quello fornito dal manutentore del pacchetto, di solito è necessario rispondere affermativamente, per garantire la coerenza del sistema. Si può sempre ritornare alle versioni precedenti, dal momento che verranno salvate con un estensione

Se non si è sicuri sul da farsi, ci si annoti il nome del pacchetto o del file e sistemare, e si sistemino le cose in un momento successivo. Le informazioni presentate sullo schermo durante l'aggiornamento possono essere riesaminate dopo esser state cercate nel file typescript.

Aggiornare il kernel e i pacchetti collegati

Si dovrebbe aggiornare il kernel Linux separatamente dal resto dei pacchetti. Si potrebbe desiderare di farlo da sé, o installando uno dei pacchetti

Tutti i pacchetti del kernel Linux sono stati rinominati da Se si sta utilizzando un kernel della serie 2.4, la precedente serie stabile del kernel Linux, si dovrebbe aggiornare a un kernel della serie 2.6, non essendo la serie 2.4 più supportata in &releasename;. Se si sta attualmente utilizzando un kernel della serie 2.2, si deve aggiornare almeno alla serie 2.4, meglio alla 2.6 prima di aggiornare i propri pacchetti. Alcune problematiche generiche associate ad un aggiornamento alla serie 2.6 sono documentate in .

]]> initrd-tools deprecato

devfs deprecato

&releasename; non fornisce più il supporto per devfs. Si raccomanda che gli utenti passino a udev per la gestione dinamica di /dev. I kernel di Debian non includono più il supporto per devfs, sicché gli utenti di devfs dovranno convertire manualmente i loro sistemi prima di aggiornare ad un kernel &releasename;.

Se si vede la stringa 'devfs' in /proc/mounts, si sta probabilmente utilizzando devfs. Tutti i file di configurazione che fanno riferimento a nomi nello stile di devfs dovranno essere corretti perché utilizzino nomi nello stile di udev. I file che più probabilmente fanno riferimento a nomi di dispositivi nello stile di devfs comprendono /etc/fstab, /etc/lilo.conf, /boot/grub/menu.lst, etc.

Maggiori informazioni sulle potenziali problematiche sono disponibili nel bug report .

I kernel standard contengono capacità SMP

I sistemi multiprocessori non richiedono più una versione *-smp del kernel Linux. Per l'architettura &arch-title;, i pacchetti linux-image senza il suffisso -smp supportano sia i sistemi uniprocessore, sia quelli multiprocessore.

]]> versione 386 del kernel deprecata

Il supporto per la sottoarchitettura 80386 di &arch-title; è stato cessato in &releasename;. La versione 386 del kernel non è più supportata ed ha preso il suo posto la nuova versione 486.

Riordino della numerazione dei dispositivi

&releasename; si caratterizza per un meccanismo di rilevamento dell'hardware più robusto di quelli delle precedenti release. Questo potrebbe tuttavia causare cambiamenti nell'ordine in cui i dispositivi vengono rilevati sul sistema, che interessino l'ordine in cui i nomi dei dispositivi sono assegnati. Ad esempio, se si hanno due adattatori di rete, i dispositivi cui eth0 e eth1 fanno riferimento potrbbero venire scambiati. Si noti che il nuovo meccanismo significa che se p.e. si sostituiscono gli adattatori ethernet in un sistema &releasename; in funzione il nuovo adattatore riceverà anche un nuovo nome di interfaccia

Per i dispositivi di rete, si puù evitare questo riordino utilizzando l'utility ifrename per collegare dispositivi fisici a nomi specifici all'avvio. Per maggiori informazioni si vedano e .

Per i dispositivi di archiviazione, si può evitare questo riordino utilizzando

Rimuovere e ricaricare i pacchetti dopo l'avvio iniziale avrà tuttavia effetto su tale ordine. Inoltre, il kernel potrebbe avere alcuni moduli linkati staticamente, e i loro nomi non appariranno nell'output di lsmod. Si potrebbe riuscire a ricavare i nomi di tali driver e l'ordine del loro caricamento guardando il file /var/log/kern.log, o l'output di dmesg.

Si aggiungano i nomi di tali moduli al file /etc/initramfs-tools/modules nell'ordine in cui essi dovrebbero essere caricati all'avvio. Alcuni nomi di moduli potrebbero essere cambiati da &oldreleasename; a &releasename;. Ad esempio, sym53c8xx_2 è diventato sym53c8xx.

Si dovrà quindi rigenerare la/e propria/e immagine/i initramfs eseguendo update-initramfs -k all.

Una volta che si siano messi in funzione un kernel &releasename; e /dev/disk/.

Riordino dei dispositivi seriali

Se si possiede una macchina HP e si sta utilizzando la porta per la console seriale MP (il connettore targato "console" sul cavo a tre teste), questo aggiornamento del kernel farà cessare il funzionamento della console!

Si prega di leggere le seguenti informazioni prima dell'aggiornamento.

Il dispositivo della console cambierà da ttyS0 a ttyS1, ttyS2 o ttyS3, quindi:

si editi /etc/inittab per aggiungere una voce getty per /dev/ttyS1 (rx4640, rx5670, rx7620, rx8620, Superdome), /dev/ttyS2 (rx1600) o /dev/ttyS3 (rx2600);

si editi /etc/securetty per aggiungere ttyS1, ttyS2, o ttyS3;

si lascino le voci ttyS0 esistenti in /etc/inittab e /etc/securetty così da poter sempre avviare con vecchi kernel.

Si editi /etc/lilo.conf per rimuovere ogni argomento "console=".

Si esegua

Si riavvii e si usi il Boot option maintenance menu di EFI per selezionare esattamente un dispositivo per l'output, l'input e lo standard error della console. Quindi si riavvii a freddo perché le modifiche abbiano effetto.

Per la console MP, si faccia attenzione a selezionare il dispositivo con "Acpi(HWP0002,700)/Pci(...)/Uart" nel percorso.

Maggiori dettagli in merito a questi cambiamenti e consigli per la risoluzione dei problemi sono disponibili all'indirizzo .

]]> Aggiornamento del kernel

Quando si esegue un dist-upgrade da &oldreleasename; a &releasename;, è fortemente raccomandata l'installazione di un nuovo metapacchetto linux-image-2.6-*. Tale pacchetto potrebbe essere installato automaticamente dal processo di dist-upgrade. Lo si può appurare eseguendo: # dpkg -l | grep '^ii linux-image'

Se non si vede alcun output, sarà necessario installare a mano un nuovo pacchetto linux-image. Per vedere un elenco dei metapacchetti linux-image-2.6 disponibili, si esegua: # apt-cache search linux-image-2.6- | grep -v transition

Se non si è certi circa quale pacchetto selezionare, si esegua uname -r e si cerchi un pacchetto con un nome simile. Ad esempio, se si vede '2.4.27-3-686', è raccomandata l'installazione del pacchetto # apt-cache show linux-image-2.6-686

Si dovrebbe quindi utilizzare

Per i più avventurosi vi è un modo semplice per compilare il proprio kernel personalizzato su &debian;. Si installi lo strumento kernel-package e si legga la documentazione in /usr/share/doc/kernel-package.

Cose da fare prima di riavviare

Quando aptitude dist-upgrade è giunto al termine, l'aggiornamento “formale” è concluso, ma vi sono alcune altre cose di cui ci si dovrebbe preoccupare Aggiornamento di mdadm

mdadm necessita ora di un file di configurazione per l'assemblaggio di array MD (RAID) dal ramdisk iniziale e durante la sequenza di inizializzazione del sistema. Ci si accerti di leggere il file /usr/share/doc/mdadm/README.upgrading-2.5.3.gz e di leggere le istruzioni in esso contenute dopo l'aggiornamento del pacchetto. e prima di riavviare. L'ultima versione di tale file è reperibile all'indirizzo ; lo si consulti in caso di problemi.

Pacchetti obsoleti

Introducendo svariate migliaia di nuovi pacchetti, &releasename; ritira e tralascia al tempo stesso più di duemila vecchi pacchetti che erano in &oldreleasename;; non fornisce più vie di aggiornamento per tali pacchetti obsoleti. Mentre nulla impedisce che si continui ove lo si desideri ad utilizzare un pacchetto obsoleto, il progetto Debian interromperà solitamente il supporto per la sicurezza per lo stesso un anno dopo il rilascio di &releasename;O per il tempo in cui non vi sia un'altra release in quel lasso di tempo. Tipicamente in un dato momento sono supportate soltanto due release stabili., e non fornirà normalmente nel frattempo altro supporto. Si raccomanda di sostituirlo con le alternative disponibili, se ve ne sono.

Vi sono molte ragioni per cui dei pacchetti potrebbero essere stati rimossi dalla distribuzione: non sono più mantenuti a monte; non c'è più uno Sviluppatore Debian interessato al mantenimento dei pacchetti; la funzionalità che forniscono è stata superata da altro software (o da una nuova versione); o non sono più considerati idonei per &releasename; a causa di bug in essi. Nell'ultimo caso, i pacchetti potrebbero tuttavia essere presenti nella distribuzione “unstable”.

Determinare quali pacchetti sono “obsoleti” in un sistema aggiornato è semplice, visto che le interfacce di gestione dei pacchetti li marcheranno come tali. Se si sta usando aptitude, si vedrà un elenco di tali pacchetti alla voce “Pacchetti Obsoleti e Creati Localmente”. dselect fornisce una sezione simile ma l'elenco che presenta potrebbe differire. Inoltre, se si è utilizzato aptitude per installare manualmente dei pacchetti in &oldreleasename; esso avrà tenuto traccia di quei pacchetti che si sono installati manualmente e potrà marcare come obsoleti quei pacchetti introdotti dalle sole dipendenze che non sono più necessari se un pacchetto è stato rimosso. In più, aptitude, diversamente da deborphan, non marcherà come obsoleti pacchetti che siano stati installati manualmente, al contrario di quelli che siano stati installati automaticamente attraverso dipendenze.

Vi sono strumenti aggiuntivi che si possono usare per trovare pacchetti obsoleti come deborphan, debfoster o cruff. deborphan è altamente raccomandato, anche se (nella modalità di default) avvertirà solamente di librerie obsolete: i pacchetti nelle sezioni “libs” o “oldlibs” che non sono utilizzati da alcun altro pacchetto. Non si rimuovano a occhi chiusi i pacchetti che tali strumenti indicano, specialmente se si stanno utilizzando opzioni aggressive non di default che tendono a produrre falsi positivi. È altamente raccomandata una revisione manuale dei pacchetti di cui è suggerita la rimozione (p.e. contenuti, grandezza e descrizione) prima della rimozione stessa.

Il fornisce spesso informazioni aggiuntive sul perché un determinato pacchetto è stato rimosso. Si dovrebbero visionare sia i rapporti per il pacchetto stesso sia i rapporti archiviati dei bug per lo .

Pacchetti virtuali

Alcuni pacchetti di &oldreleasename; sono stati suddivisi in diversi pacchetti in &releasename;, spesso per migliorare la manutenibilità del sistema. Per facilitare in tali casi il percorso di aggiornamento, &releasename; fornisce spesso pacchetti “virtuali”: pacchetti vuoti che hanno il medesimo nome del pacchetto in &oldreleasename; con dipendenze che causano l'installazione dei nuovi pacchetti. Tali pacchetti “virtuali” sono considerati pacchetti obsoleti dopo l'aggiornamento e possono essere rimossi in tutta sicurezza.

Le descrizioni della maggior parte dei pacchetti virtuali (ma non di tutti) indicano il loro scopo. Le descrizioni dei pacchetti per i pacchetti virtuali non sono comunque uniformi, sicché si potrebbe anche trovare utile deborphan con l'opzione --guess per individuarli nel proprio sistema. Si noti che alcuni pacchetti virtuali non sono concepiti per la rimozione dopo un aggiornamento ma sono, invece, utilizzati per tenere traccia della versione attualmente disponibile di un programma nel tempo.

Problematiche di cui bisogna essere al corrente per &releasename; Potenziali problemi

A volte i cambiamenti hanno effetti collaterali che non possiamo ragionevolmente evitare, o si espongono bug presenti altrove. Documentiamo qui le problematiche di cui siamo al corrente. Si leggano anche le errata, la documentazione dei pacchetti interessati, i rapporti di bug e le altre informazioni menzionate in .

Alcuni siti del network non possono essere raggiunti tramite TCP

Dalla release 2.6.17, Linux utilizza in modo aggressivo il TCP window scaling, che è specificato in RFC 1323. Alcuni server hanno un comportamento fallato, e annunciano per se stessi dimensioni di finestra errate. Per maggiori informazioni, si vedano i bug e .

Lo spegnimento automatico smette di funzionare

Su alcuni vecchi sistemi, shutdown -h potrebbe non spegnere più il sistema (ma soltanto fermarlo). Questo accade poiché vi si deve usare apm. L'aggiunta di acpi=off apm=power_off alla linea di comando del kernel, p.e. nei file di configurazione di .

]]> Apt scarica piccoli file con gli update

Ad apt è stato aggiunto il supporto per lo scaricamento delle sole differenze tra i file dei pacchetti. Questo è comodo per chi ha cattive connessioni di rete, ma chi ha un mirror molto vicino potrebbe voler disabilitare questa funzione. La si può disabilitare aggiungendo Acquire::Pdiffs "false"; al file /etc/apt/apt.conf.

Aggiornamento ad un kernel 2.6

La serie di kernel 2.6 contiene importanti cambiamenti rispetto alla serie 2.4. I moduli sono stati rinominati e molti driver sono stati parzialmente o a volte quasi completamente riscritti. L'aggiornamento ad un kernel 2.6 non è dunque un processo da intraprendersi con leggerezza. Questa sezione mira a mettere l'utente al corrente di alcune delle problematiche che potrebbe incontrare.

Si è dunque caldamente invitati a non aggiornare ad un kernel 2.6 come parte dell'aggiornamento da &oldreleasename; a &releasename;. Si dovrebbe invece innanzitutto assicurarsi che il proprio sistema funzioni correttamente o con il vecchio kernel o con un kernel 2.4 di &releasename; ed eseguire l'aggiornamento ad un kernel 2.6 come progetto separato.

Se si compila il proprio kernel dai sorgenti, ci si assicuri di installare

Se si usa

Se si hanno voci nel file /etc/modules (la lista dei moduli che devono essere caricati durante l'avvio del sistema), si sappia che alcuni nomi di moduli potrebbero essere cambiati. In tal caso si dovrà aggiornare il file con i nuovi nomi dei moduli.

Per alcuni controller di dischi SATA, il nome del file di dispositivo assegnato ad un drive ed alle sue partizioni potrebbe cambiare da /dev/hdX a /dev/sdX. In tal caso si dovrà modificare il proprio /etc/fstab e la configurazione del bootloader in modo di rispecchiare il cambiamento.

]]>

Una volta che si sia installato il proprio kernel 2.6, ma prima di riavviare, ci si assicuri di avere un metodo di ripristino. Per prima cosa ci si assicuri che la configurazione del bootloader contenga voci sia per il nuovo kernel sia per il vecchio kernel 2.4 funzionante. Ci si dovrebbe anche assicurare di avere un dischetto floppy o CD-ROM di “soccorso” a portata di mano, da utilizzare nel caso in cui una misconfigurazione del bootloader impedisse di fare avviare il vecchio kernel.

Configurazione della tastiera

Il cambiamento più invasivo nei kernel 2.6 è una fondamentale modifica del livello di input. Tale modifica fa apparire tutte le tastiere come tastiere “normali” da PC. Ciò significa che se si ha attualmente selezionato un tipo diverso di tastiera (p.e. una tastiera USB-MAC o Sun) si finirà molto probabilmente coll'avere dopo il riavvio con il nuovo kernel 2.6 una tastiera non funzionante.

Se si può avere accesso tramite SSH da un altro sistema, si può risolvere questo problema con l'esecuzione di dpkg-reconfigure-console-data, scegliendo l'opzione “Scegliere la mappa della tastiera dalla lista completa” e selezionando una tastiera “da pc”.

Se la propria tastiera è interessata, si avrà probabilmente bisogno di riconfigurare la tastiera per l'X Window System. Lo si può fare o eseguendo dpkg-reconfigure xserver-xfree86 o editando direttamente il file /etc/X11/XF86Config-4. Non si dimentichi di leggere la documentazione a cui si fa riferimento in .

Questa problematica non dovrebbe interessare l'architettura &arch-title; dal momento che tutte le tastiere PS/2 e la maggior parte delle tastiere USB saranno riconosciute come tastiera “normale” da PC.

]]> Si noti che se si sta utilizzando una tastiera USB essa potrebbe essere configurata o come tastiera “normale” da PC o come tastiera USB-MAC. Nel primo caso non si sarà interessati dalla problematica descritta.

]]> ]]> Configurazione del mouse

Sempre a causa dei cambiamenti nel livello di input, si potrebbe aver bisogno di riconfigurare l'X Window System e Se attualmente si ha X configurato per /dev/sunmouse, sarà probabilmente necessario cambiare tale voce in /dev/psaux

]]>
Configurazione del suono

Per la serie di kernel 2.6 si raccomandano i driver del suono ALSA rispetto ai più datati driver del suono OSS. I driver del suono ALSA sono forniti per default. Perché il suono funzioni, si debbono caricare i moduli ALSA appropriati per il proprio hardware del suono. Ciò avverrà in generale automaticamente se si ha installato, in aggiunta al pacchetto alsa-base, o il pacchetto hotplug o il pacchetto discover. Il pacchetto alsa-base dovrebbe anche porre “ostracizzare” i moduli OSS per impedire che hotplug e discover li carichino. Se si hanno moduli OSS elencati in modules, li si dovrebbe rimuovere.

]]> Il passaggio a 2.6 potrebbe attivare udev

/dev/ e popolerà tale directory con file di dispositivo supportati dal kernel. Inoltre aggiungerà e rimuoverà dinamicamente file di dispositivo nel momento in cui saranno rispettivamente caricati o de-caricati moduli del kernel, funzionando assieme a

Dato che

Sebbene /dev/video e /dev/radio).

e /etc/udev.

]]> Transizione da XFree86 a X.Org

La transizione a X.Org coinvolge alcuni cambiamenti strutturali. Nel caso in cui tutti i pacchetti installati provengano da Debian e sono anche inclusi in &releasename;, l'aggiornamento dovrebbe funzionare senza problemi. L'esperienza ha tuttavia mostrato che vi sono alcuni cambiamenti di cui bisogna essere al corrente, dal momento che essi possono potenzialmente causare problematiche durante l'aggiornamento,

Il cambiamento più importante risiede nel fatto che /usr/X11R6/bin non esiste più se non come link simbolico a /usr/bin. Ciò significa che tale directory deve essere vuota quando vengono installati nuovi pacchetti. I nuovi pacchetti confliggono con la maggior parte dei pacchetti che utilizzavano /usr/X11R6/bin, ma in alcuni casi potrenne essere necessario un intervento manuale. Ci si ricordi di non eseguire aggiornamenti entro una sessione di X.

Nel caso in cui l'aggiornamento fallisca durante l'installazione di X.Org, si dovrebbe verificare se siano ancora rimasti file in /usr/X11R6/bin. Si può quindi usare dpkg -S per trovare quale pacchetto Debian ha installato un eventuale file, e rimuovere tali pacchetti con dpkg --remove. Ci si annoti quali pacchetti si rimuovono, così da potere più tardi installare i pacchetti che li sostituiscono. Prima di proseguire con l'aggiornamento, è necessario rimuovere tutti i file in /usr/X11R6/bin.

Per maggiori dettagli e per altre problematiche, si legga .

Aggiornamento da exim a exim4

Uno dei pacchetti che sono stati resi obsoleti della release &releasename; è il Mail Tranfer Agent (MTA) exim, che è stato rimpiazzato dal pacchetto completamente nuovo exim4.

exim (versione 3.xx) è rimasto senza manutenzione a monte per anni, e anche Debian ha cessato il supporto per quella versione. Se si sta ancora utilizzando exim 3.xx, si aggiorni manualmente la propria installazione di exim a exim4. Poiché exim4 è già parte di &oldreleasename;, si puù scegliere di fare l'aggiornamento sul proprio sistema &oldreleasename; prima dell'aggiornamento a &releasename;, ovvero dopo l'aggiornamento a &releasename; a seconda della convenienza. Soltanto ci si ricordi che il vecchio pacchetto exim non sarà aggiornato, e che non riceverà il supporto di sicurezza dopo che il supporto per &oldreleasename; sarà stato interrotto.

I pacchetti di exim4 presenti in Debian sono estesamente documentati. La home page del pacchetto è sul Wiki di Debian, e si può trovare il file README all'indirizzo , oltre che all'interno dei pacchetti.

Il file README ha un capitolo riguardante la pacchettizzazione, che spiega le differenti variazioni che offriamo per il pacchetto, ed ha un capitolo riguardante l'aggiornamento da Exim 3, che aiuterà a portare a termine l'effettiva transizione.

Aggiornamento di apache2

Apache è stato aggiornato alla nuova versione 2.2. Per quanto ciò non dovrebbe avere un impatto sull'utente medio, vi sono alcune potenziali problematiche di cui occorre essere al corrente.

contiene i cambiamenti a monte. Si legga tale pagina, e ci si ricordi in special modo che:

tutti i moduli devono essere ricompilati;

i moduli di autorizzazione sono stati riordinati e rinominati;

alcune opzioni di configurazione sono state rinominate.

I cambiamenti specifici per Debian comprendono il fatto che la stringa SSL non è più definita, poiché il pacchetto di default supporta ora ssl.

Configurazioni insicure di php deprecate

Per molti anni si è saputo essere insicuro e pericoloso attivare l'impostazione

A partire da questa release, il team di sicurezza di Debian non fornisce il supporto di sicurezza a una quantità di configurazioni di PHP che si sanno essere insicure. In particolar modo non si risponderà più a problematiche derivanti dall'attivazione di

Se si eseguono vecchie applicazioni che necessitano di README.Debian.security neòòa directory della documentazione di PHP (/usr/share/doc/php4, /usr/share/doc/php5).

Stato della sicurezza dei prodotti Mozilla

I programmi Mozilla sono strumenti importanti per molti utenti. Sfortunatamente la politica di sicurezza upstream è di spingere gli utenti ad aggiornare a nuove versioni upstream, il che contrasta con la politica di Debian di non immettere grosse modifiche funzionali negli aggiornamenti di sicurezza. Non possiamo predirlo oggi, ma durante il ciclo di vita di &releasename; il Security Team di Debian potrebbe giungere a un punto in cui non sia più possibile supportare i prodotti Mozilla ed annunciare la fine del supporto di sicurezza per i prodotti Mozilla. Si dovrebbe tenere in considerazione ciò al momento di impiegare Mozilla e considerare le alternative disponibili in Debian se l'assenza del supporto di sicurezza dovesse costituire un problema.

Maggiori informazioni su &debian; Letture aggiuntive

Oltre al presente documento e alla guida all'installazione, ulteriore documentazione su &debian; è disponibile da parte del Debian Documentation Project (DDP), il cui scopo è di creare documentazione di alta qualità per gli utenti e gli sviluppatori di Debian. È disponibile una documentazione che comprende la Guida Debian, la Guida per il nuovo Maintainer, le FAQ di Debian, e molto altro. Per un completo dettaglio delle risorse esistenti si consulti il .

La documentazione per i singoli pacchetti viene installata sotto /usr/share/doc/pacchetto, ivi comprese informazioni di copyright, questioni specifiche di Debian ed ogni documentazione a monte.

Come ottenere aiuto

Ci sono molti posti dove gli utenti Debian possono ottenere aiuto, notizie e supporto, ma si dovrebbe tenerne conto solamente se la ricerca nella documentazione sull'argomento ha esaurito tutte le risorse. La presente sezione fornisce una breve introduzione a risorse che potrebbero risultare d'aiuto per i nuovi utenti Debian.

Mailing list

Le mailing list di maggior interesse per gli utenti Debian sono la lista debian-user (in inglese) e le liste di utenti nelle varie lingue, debian-user-. Prima di inviare un messaggio si cerchino negli archivi le risposte alla propria domanda, e comunque si ponga cura nell'osservare la “netiquette” standard delle liste.

Internet Relay Chat

Debian ha un canale IRC dedicato al supporto ed all'aiuto agli utenti di Debian sulla rete IRC OFTC, che esiste per fornire servizii interattivi a comunità di progetti diretti alla pari. Per accedere al canale, ci si colleghi con il proprio client IRC preferito a &debian-irc-server; e si acceda al canale #debian.

Si prega di seguire le linee guida del canale, nel pieno rispetto degli altri utenti. Per maggiori informazioni su OFTC si visiti il .

Rapporti sui bug

Facciamo ogni sforzo per rendere Debian GNU/Linux un sistema operativo di alta qualità; ciò non significa tuttavia che i pacchetti che forniamo siano totalmente esenti da bug. Coerentemente con la filosofia dello “sviluppo aperto” di Debian e come nostro servizio per i nostri utenti, forniamo sul nostro sistema di tracciamento dei bug (BTS, Bug Tracking System) tutte le informazioni disponibili sui bug scoperti. Il BTS è consultabile all'indirizzo .

Se si trova un bug nella distribuzione o in un software pacchettizzato che ne fa parte, si è pregati di segnalarlo, in modo che possa essere opportunamente risolto per le release successive. Per la segnalazione dei bug è richiesto un indirizzo e-mail valido, in modo che noi ne possiamo tenere traccia e che gli sviluppatori possano mettersi in contatto con gli autori delle segnalazioni nel caso in cui avessero bisogno di maggiori informazioni.

Si può segnalare un bug utilizzando il programma reportbug o utilizzando l'e-mail manualmente. Si possono ottenere maggiori informazioni sul Bug Tracking System e su come utilizzarlo leggendo le schede di riferimento (disponibili presso /usr/share/doc/debian se si ha installato doc-debian) o in linea presso il .

Fornire il proprio contributo a Debian

Non è necessario essere degli esperti per contribuire a Debian. Assistendo gli utenti con i problemi che esprimono sulle varie di supporto per gli utenti, si fornisce un contributo alla comunità. Identificare (ed in special modo risolvere) problemi relativi allo sviluppo della distribuzione attraverso la participazione alle per lo sviluppo è un'altra cosa estremamente utile. Per mantenere l'alta qualità della distribuzione Debian si possono , in modo di aiutare gli sviluppatori a tenerne traccia e correggerli. Se si è portati per il testo, si potrebbe voler fornire più attivamente un contributo aiutando a scrivere la o nella propria lingua la documentazione esistente.

Se si ha più tempo da dedicare, si può provvedere alla gestione di un pezzo della collezione di Software Libero contenuta in Debian. È particolarmente utile che delle persone adottino o mantengano elementi che altre persone hanno richiesto di includere in Debian: i dettagli al proposito si trovano nel . Se si ha un interesse verso qualche area specifica, si potrebbe essere interessati a fornire un contributo a qualcuno fra i sottoprogetti di Debian, che comprendono port ad architetture particolari, e .

In ogni caso, se si sta lavorando all'interno della comunità del software libero in un qualunque ambito, come utente, programmatore, scrittore o traduttore, si sta già dando un contributo. Contribuire è remunerativo e divertente, ed oltre a permettere di incontrare nuove persone dà quella certa sensazione interiore di benessere...

Gestione del proprio sistema &oldreleasename;

Quest'appendice contiene informazioni su come assicurarsi la possibilità di installare o aggiornare pacchetti di &oldreleasename; prima di aggiornare a &releasename;. Questo dovrebbe essere necessario soltanto in specifiche situazioni.

Aggiornamento del proprio sistema &oldreleasename;

In linea di massima non c'è niente di diverso da ogni altro aggiornamento di &oldreleasename; si sia fatto. La sola differenza è che bisogna prima assicurarsi che la lista dei pacchetti contenga ancora pacchetti di &oldreleasename;, come spiegato in .

Controllo della lista delle fonti

Se una delle righe del proprio /etc/apt/sources.list fa riferimento a 'stable', si sta effettivamente già 'utilizzando' &releasename;. Se si è già eseguito apt-get update, si può comunque tornare indietro senza problemi seguendo la procedura sotto indicata.

Se si sono già installati pacchetti da &releasename;, probabilmente non ha più molto senso installare pacchetti da &oldreleasename;. In questo caso si dovrà decidere se si vuole continuare o no. È possibile il downgrade dei pacchetti, ma non è un argomento coperto in questa sede.

Si apra il file /etc/apt/sources.list con il proprio editor preferito (come root) e si esaminino tutte le righe a cominciare da deb http: o deb ftp: cercando un riferimento a “

Se vi sono righe che cominciano con deb file:, si deve controllare da sé se gli indirizzi cui si riferiscono contengono un archivio di &oldreleasename; o di &releasename;.

deb cdrom:. Facendolo si invaliderebbe la riga e si dovrebbe eseguire nuovamente

Se si sono fatte delle modifiche, si salvi il file e si esegua # apt-get update per rinnovare la lista dei pacchetti.